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Biblio-raising

Fundraising biblioteche

Il 20 gennaio scorso Massimo Coen Cagli ha partecipato a un seminario dal titolo “Il fundraising in biblioteca. Una sfida per gli operatori, gli amministratori, la comunità” organizzato da AIB Trentino-Alto Adige.

In quell’occasione sono stati presentati i primi dati di una ricognizione sulle attività di fundraising e crowdsourcing nelle biblioteche trentine e altoatesine. L’indagine è stata voluta da Graziano Cosner, direttore della Biblioteca Intercomunale di Altopiano della Paganella Brenta e tra i promotori dell’incontro, che ci ha gentilmente permesso di parlare di quest’indagine.

L’idea di fare un’indagine sull’argomento è di grande utilità (magari si facesse al livello nazionale!) perché poco si conosce di oggettivo e scientifico sulla realtà della raccolta fondi per le biblioteche, al di là di singoli casi, sicuramente significativi.

Tengo a precisare che i dati di questa ricognizione (che era su base volontaria), come giustamente ha sottolineato Graziano Cosner nel suo intervento, sono incompleti e non hanno valore statistico (le percentuali che troverete si riferiscono a coloro che hanno risposto). Tuttavia, mettono in evidenza alcuni fenomeni che, se confermati, forniscono importanti informazioni sulle prospettive di fundraising delle biblioteche. Almeno in Trentino-Alto Adige.

Ecco dunque, in estrema sintesi, cosa emerge.

Fundraising per le biblioteche: utili informazioni

Già si fa fundraising in biblioteca

  • Sono davvero poche (meno del 10%) le biblioteche che non hanno mai sperimentato almeno un’attività di raccolta fondi. Ecco in ordine di frequenza le attività svolte: mercatino libri usati, donati o scartati dalla biblioteca; vendita gadget; vendita servizi specialistici per organizzazioni commerciali; affitto spazi o sale della biblioteca; tesseramento sostenitori.
  • Almeno il 50% delle biblioteche ha provato a chiedere donazioni liberali principalmente a istituti di credito, ma anche a privati e sono emerse 5 sponsorizzazioni e 3 partnership.

Già si dona per le biblioteche. E lo fa la comunità.

  • Quasi tutte le biblioteche hanno ricevuto in dono libri, alcuni oggetti, attrezzature e servizi professionali sia da cittadini sia da associazioni.
  • La maggioranza dei donatori è a livello locale molto vicina alla biblioteca ma è stata rilevata la presenza di donatori anche a livello nazionale e internazionale (comunque, in questi casi hanno un legame con il territorio).
  • 9 donatori su 10 sono persone o enti conosciuti direttamente dalla biblioteca. Solo 1 su 10 non fa parte dell’ordinario capitale relazionale delle biblioteche.

Si fa ancora poco per potenziare il fundraising..

  • il 70% dei bibliotecari non conosce i benefici fiscali legati a donazioni e sponsorizzazioni.
  • Il 90% dei bibliotecari non ha mai informato gli interlocutori sui benefici fiscali.
  • Il 90% delle biblioteche non ha mai organizzato campagne di raccolta fondi.
  • Il 90% delle biblioteche non ha una persona che si occupi di raccolta fondi.
  • Il 50% ha informato i propri donatori (anche se non in modo regolare).

.. E poco per comunicare adeguatamente la biblioteca

  • Solo il 30% delle biblioteche ha un sito web autonomo mentre le altre dipendono dal sito del Comune
  • Il 40% non ha una newsletter, solo 2 ne hanno una periodica che è rivolta a un largo pubblico.
  • L’uso dei social network si limita a Facebook ma solo nel 50% dei casi.

Eppure il fundraising appare essere una necessità urgente. E non solo per la biblioteca

  • Il 70% degli intervistati ritiene necessario fare fundraising.
  • L’80% pensa che se ne debba occupare anche il Comune e ben il 90% anche il sistema bibliotecario.
  • L’80% dei bibliotecari intervistati pensa che le conoscenze sul fundraising siano insufficienti e dichiara di ritenere utile la formazione.

Non si cercano volontari e collaborazioni, ma grazie al cielo arrivano da soli

  • il 65% delle biblioteche conta o ha contato su un apporto di volontari. Essi arrivano in biblioteca per iniziativa spontanea, per passaparola e conoscenza diretta. Alcuni di loro sono utenti. Sono impegnati in progetti specifici e in attività ordinarie.
  • Il 22% che non ha raccolto o accettato volontari non sa darsi una spiegazione plausibile. Il 12% afferma che non lo ha fatto per ostacoli e difficoltà burocratiche e perché la loro selezione richiederebbe troppo lavoro. Meno del 20% ha utilizzato, tramite il Comune, lo strumento del servizio civile.
  • Più del 30% delle biblioteche ha il sostegno di associazioni e gruppi organizzati nella realizzazione delle attività. In grande maggioranza si tratta di gruppi di lettura o di amici della biblioteca.

Fundraising e biblioteche: una fotografia

Questa è una fotografia (sicuramente ancora sfocata e parziale) di una realtà che può contare su una legislazione locale estremamente avanzata che da anni ha istituito un Sistema delle biblioteche di pubblica lettura a livello della Provincia Autonoma (L. P. n. 12 del 30 luglio 1987), considerato da tutti uno strumento avanzato al quale fare riferimento.

Il paradosso (con il senno del poi) è che tale vantaggio non è stato sfruttato per il fundraising. Ossia, nulla è stato fatto per incentivare, facilitare e sviluppare il fundraising nel periodo in cui c’erano risorse e possibilità di investire. Adesso, con la crisi economica, se da un lato è più urgente trovare fondi aggiuntivi è meno facile organizzarsi per farlo.

Insomma: porsi ancora la domanda se si possa fare fundraising per le biblioteche è veramente anacronistico e fuori di luogo. La domanda giusta è: perché ancora non lo si fa in modo professionale e sistematico.

La risposta a questa domanda pone una conditio sine qua non della quale si è parlato a lungo durante la conferenza: o il fundraising si fa con il concorso di tutti gli attori, ossia il Sistema provinciale (nel caso del Trentino-Alto Adige), i comuni e le altre istituzioni coinvolte, o si rischia che la montagna (le biblioteche) partorisca un topolino.

In altri termini, il “sistema” può essere il vero volano di un processo di modernizzazione e professionalizzazione del fundraising delle singole biblioteche a patto che si doti di una politica di formazione al fundraising e di promozione e sensibilizzazione della causa delle biblioteche, andando oltre il mandato meramente burocratico-amministrativo.

Chi fosse interessato ad approfondire l’argomento sostenibilità delle biblioteche, può acquistare il manuale interamente dedicato all’argomento del fundraising per le biblioteche sul sito di Editrice Bibliografica.