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Fundraising e biblioteche: economia del bene comune.

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È finalmente uscito il libro “Fare fundraising in biblioteca”, scritto da Massimo Coen Cagli.

A dispetto del titolo non si tratta solo di un manuale di raccolta fondi per le biblioteche. Senza dubbio il suo specifico scopo è quello di fornire idee, strumenti metodologici e pratici affinché questo tipo di servizi possa, al pari di altre organizzazioni, fare fundraising in modo sistematico e professionale. Ma è anche l’occasione per gettare uno sguardo sul senso che il fundraising sta assumendo nel contesto più ampio della crisi del welfare.

La prima parte del libro, infatti, pur partendo dalle specificità delle biblioteche, riguarda più in generale le sfide che un ente pubblico o un’organizzazione che gestisce un servizio alla collettività devono affrontare per fare bene fundraising.

Infatti, trattandosi di organizzazioni che non hanno la stessa identità delle organizzazioni non profit tradizionalmente ritenute tali, le biblioteche, così come le scuole, i servizi socio-sanitari territoriali, i musei, i teatri e le altre istituzioni culturali pubbliche, soffrono di una debole identità sociale. O meglio, hanno una forte identità e spesso origine sociale, che però nel tempo si è dispersa anche come conseguenza di una sbagliata gestione della governance di tali istituti.

Un capitolo del libro è dedicato alla storia delle biblioteche pubbliche in Italia e all’estero e si mette in evidenza che l’origine di queste istituzioni è legata alla capacità della società civile di auto-organizzarsi e di dare vita a servizi per la collettività che rispondano a bisogni e aspettative della comunità. È anche e soprattutto una storia di fundraising.

Con il passaggio ad una forma amministrativa pubblica (pur necessaria in una logica di garanzia di un servizio per tutti) la comunità ha perso il ruolo di co-gestore diventando un mero utente di servizi. Il paradigma del “pago le tasse e quindi il servizio mi è dovuto” ha sostituito il paradigma del “voglio il benessere della comunità e quindi investo tempo e danaro e contribuisco a rispondere a questo bisogno, per me e per tutti”.

Rimangono comunque tracce importanti di questa storia delle biblioteche (che è poi la storia di tanti servizi alla collettività in campo culturale, sociale, educativo e sanitario). Si trovano in molti operatori che vivono tale lavoro come una missione sociale, si trovano nelle associazioni amici della biblioteca, si trovano nei gruppi di lettura e nei presidi del libro. Ma anche in gruppi di cittadini che in modo informale tendono a riempire la biblioteca di socialità e servizi alla persona (si va dai corsi di formazione, ai momenti conviviali, a forme di cura dei figli per le mamme che devono conciliare tempi di vita e tempi di lavoro).

Al centro del fundraising per le biblioteche quindi c’è un processo sociale e politico che riguarda il rapporto tra la comunità e i beni comuni e tra questi e gli operatori e dirigenti chiamati a gestire tali beni.

Fundraising, cittadinanza attiva, responsabilità civica, governance allargata, welfare di comunità: sono concetti che non possono che viaggiare uniti se vogliamo fare del fundrasing una forma di economia popolare e democratica che possa aiutare a rinnovare il nostro welfare e non solo a tappare le falle di un’economia pubblica e di mercato che non ce la fanno più a sostenere il benessere sociale.

Fare fundraising per le bibliotecheSarebbe infatti sbagliato e anche perdente, chiedere ai cittadini che già pagano le tasse di contribuire a sanare le diseconiomie prodotte dalla crisi economica ma soprattutto dall’incapacità di gestire in modo efficace ed efficiente le risorse raccolte con le tasse. Se la disponibilità a donare per le biblioteche richiede una giusta assunzione di responsabilità dei cittadini verso il bene comune, dall’altro lato vi deve essere la disponibilità, o meglio, la volontà di aprire la gestione di tali servizi proprio a questi cittadini responsabili.

Insomma è un libro rivolto al mondo delle biblioteche (bibliotecari, dirigenti, presidenti di consorzi e cittadini impegnati a diverso titolo nelle biblioteche), che offre interessanti spunti di riflessione anche a tutti coloro che ragionano di economia del bene comune.

Potete trovare e acquistare il libro dal sito di Editrice Bibliografica.

Buona lettura a tutti! E seguiteci sempre su Twitter @fundraisingroma