Testo

Marino: spese di rappresentanza o di fundraising?

fundraising-roma-marino

Per molti giorni lo sport più praticato sui giornali, romani e non, è stato l’attacco al Sindaco Marino.

A dire il vero questo sport è molto di moda da quando Marino, con un record di voti, è diventato Sindaco di Roma. Colpisce in particolare che non venga attaccato da un solo fronte, ma quasi da tutti i fronti.

Non entrando nel merito delle competenze del Sindaco, di cui ognuno si potrà fare una propria opinione, mi piacerebbe trattare la questione dal punto di vista del fundraising.

Eh già, perché questo Sindaco potrà avere avuto alcune lacune, ma certamente è stato un buon fundraiser. Se non altro perché ha tematizzato la raccolta fondi e pone in essere azioni di fundraising che, numeri alla mano, sembrano di grande successo.

Infatti il Sindaco Marino è il primo che in maniera sistematica ha fatto della ricerca di filantropi per la cultura una strategia di sostenibilità della Capitale.

Lo scontro si è risolto sulle cosiddette spese di rappresentanza, che nella stragrande maggioranza dei casi sono state presentate come eccessive. Questo potrebbe anche apparire come vero, ma solo se non si valutano gli effetti di tali spese.

Nel vedere pubblicate le spese nel dettaglio mi sono soffermato sui 3.540 euro per una cena da 20 coperti al ristorante “Aroma”.

A fare i conti della serva ci vuole poco: 3.540 euro diviso per 20 fa 177 euro a coperto. Ospite principale di tale cena è il magnate uzbeko Alisher Usmanov. Certamente non un prezzo accessibile a tutti e che, visto così, potrebbe sembrare eccessivo. Ma questa spesa avviene a fronte di cosa? Facendo un piccolo approfondimento si scopre che il suddetto magnate è anche un grande filantropo e che, proprio da poco, ha donato 2 milioni di euro per restaurare importanti monumenti di Roma.

A questo punto non credo sia necessario scomodare grandi manager del fundraising e, senza ricorrere a strumenti per calcolare il ritorno sugli investimenti, vi chiedo: è lecito spendere 3.500 euro per ottenerne 2 milioni? Direi che siamo ben al di sotto di quel famoso 20% che nel nostro settore ancora molti considerano un assioma imprescindibile. Se questi sono i ritorni ben vengano le spese di rappresentanza di Marino.

Parlando di questo mi è venuto in mente il caso del direttore della ASP 7 di Ragusa che ha fatto scappare un potenziale donatore da 2 milioni di euro, perché gli ha fatto fare troppa anticamera.

Mi stupisce che così pochi cori di condanna si siano alzati in tale occasione. Forse sarebbe opportuno chiedere al Sindaco di Roma qualche nozione rispetto alla cura del donatore.