Testo

Post con Tag ‘comunità locale’

Online o offline, e’ la comunita’ che fa la differenza: 4 lezioni da 3 esperienze di fundraising

fundraising-comunita-online-offline

Chi mi conosce sa che ho il pallino per questo tema della comunità e del ruolo fondamentale che riveste per il fundraising.

Sono spinto a riprenderlo con forza da tre casi (o meglio fenomeni), che mi sono capitati sotto gli occhi nell’arco di pochi giorni occupandomi di fundraising per gli archivi: tre campagne tecnicamente diverse (tesseramento, contatto diretto, crowdfunding) ma che mettono in evidenza come il fattore “comunità” sia stato il traino del loro successo.

Leggi subito

Un’amatriciana per Amatrice: dall’emergenza allo sviluppo

raccolta-fondi-terremoto-amatrice-pro-loco

Dieci giorni fa con Claudio Nardocci, Presidente di UNPLI, siamo andati in visita ad Amatrice, Arquata, Norcia e Teramo e abbiamo incontrato i rappresentanti delle Pro Loco e delle amministrazioni locali dei Comuni colpiti dal terremoto lo scorso 24 Agosto.

L’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia, per rispondere all’emergenza, nei giorni subito successivi al terremoto ha lanciato l’iniziativa “Un’amatriciana per Amatrice”, raccolta fondi da destinare alle Pro Loco dei Comuni terremotati, che oggi ha superato i 250.000 euro.

Il viaggio aveva una doppia funzione.

In primo luogo, quella di redistribuire in maniera tempestiva e con totale trasparenza il denaro donato in base alla gravità dei danni riportati.

La solidarietà delle singole Pro Loco, in risposta agli appelli della sede centrale, è stata immediata, costante e notevole.

Ogni donazione è rintracciabile ed è stata registrata sul sito in tempo reale, così come ogni momento della consegna degli assegni è stato documentato, sia in termini contabili sia di comunicazione.

Durante il nostro viaggio, 212.000 euro sono stati quindi redistribuiti alle Pro Loco dei 17 Comuni di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo identificati dal Decreto del Ministero delle Finanze pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1 Settembre 2016.

Leggi subito

5 per mille: esiste una strategia per i Comuni?

fundraising-comuni

Siamo in piena campagna elettorale. Questo fine settimana verranno scelti molti sindaci attraverso il ballottaggio.

Le città più grandi in cui verranno scelte le nuove amministrazioni sono Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna e Trieste.

Al di là delle battaglie politiche e delle promesse, come si pongono i candidati nei confronti del fundraising? Qualcuno ha provato a tematizzare la questione?

Abbiamo già parlato di fundraising per i comuni in questo articolo del nostro blog.

Il sindaco di Roma della passata amministrazione, Ignazio Marino, è stato uno dei pochi che ha affrontato la questione con un approccio strategico.

Purtroppo non ci risulta che i candidati attuali abbiano affrontato la questione. Eppure alcuni dati avrebbero potuto spingerli a prendere una posizione.

Esiste infatti uno strumento, già attivo, che i Comuni potrebbero utilizzare sicuramente meglio. Tale strumento è il 5 per mille per i Comuni.

Partiamo dai dati. Se andiamo ad analizzare l’ultimo elenco completo dei beneficiari del 5 per mille, che fa riferimento all’anno 2014, troviamo alcuni dati incoraggianti.

Leggi subito

Responsabilita’ sociale di impresa: Leroy Merlin, caso tutto italiano

responsabilità-sociale-impresa-leroy-merlin

Ho intervistato Luca Pereno, Corporate Social Responsability manager – Coordinatore Sviluppo Sostenibile presso Leroy Merlin, il quale, oltre a raccontarci la CSR della sua azienda, dei progetti innovativi attraverso i quali la CSR di Leroy Merlin viene declinata, offre spunti interessanti per le organizzazioni nonprofit che volessero proporsi e sviluppare partnership e progetti.

In cosa si differenzia la CSR di Leroy Merlin nel contesto italiano?

“La volontà è quella di distinguersi da una CSR finalizzata al marketing, alla reputazione all’immagine dell’azienda. Il nostro sforzo è quello di andare oltre. Oltre al semplice rispetto della legge, oltre al fare comunicazione, ma soprattutto oltre a realizzare progetti. La volontà è infatti quella di lavorare sui processi.

Come abbiamo detto in occasione del nostro Green Day, andare oltre significa trasformare un progetto in processo. Un progetto ha un inizio e una fine, un processo ha un’evoluzione, una crescita, un consolidamento. Andare oltre significa porsi sempre nuovi obiettivi, cercare di innovare, alzare l’asticella in una sfida che si gioca in un mercato in continuo e rapido cambiamento. Ma la vera innovazione, in un’epoca di sharing economy, è scegliere di non gestire il cambiamento da soli ma insieme ai propri collaboratori, attraverso il confronto con gli stakeholders, grazie all’ascolto della comunità.

In sintesi penso quindi che siano due le parole che indicano le nostre azioni: oltre e condivisione.

Leggi subito

Quando il cibo supera le barriere del diverso

La Kumpania Scampia

Ho sempre pensato che la strada per l’inclusione sociale non possa essere soltanto una lotta durissima contro etichette e barriere. Per quanto indispensabile, questo non è sufficiente.

Non voglio essere fraintesa. In momenti preoccupanti come questo, dove imperversano le conseguenze di Mafia Capitale e dove il Matteo Salvini di turno può permettersi di fare pubblicamente affermazioni agghiaccianti, razziste e al limite del ridicolo sulle comunità Rom e di migranti, la denuncia di episodi di razzismo, xenofobia e intolleranza è un dovere etico e politico imprescindibile. Ma denunciare non basta.

“Disagio”, “esclusione”, “discriminazione” sono parole potenti, importanti, ma l’esaltazione della diversità e di condizioni problematiche, per quanto legittima e necessaria, è un’arma a doppio taglio che rischia di ingabbiare le persone in definizioni e categorie ristrette, se ci fermiamo qui.

E questo rischio lo corriamo in primo luogo noi che lavoriamo nel sociale, se non siamo capaci di andare oltre ed elaborare soluzioni tangibili che superino la rigidità delle definizioni e un’ottica meramente assistenzialista, che vadano a risolvere un problema comune ad una collettività che vive sullo stesso territorio, se pur costituita da gruppi variegati, e che puntino sulla diversità come fattore di arricchimento e forza, più che di divisione.

Certo, è più facile a dirsi che a farsi, ma gli esempi di chi ci prova con convinzione, professionalità e perseveranza, ottenendo risultati positivi, esistono, e non bisogna guardare soltanto all’estero per trovarli.

Leggi subito