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Post con Tag ‘fiscalità’

Raccolte pubbliche di fondi: tutto quello che devi sapere

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Il periodo di Natale, sempre più vicino, è l’occasione per molte organizzazioni non profit per dare vita a campagne di raccolta fondi, una delle tecniche di fundraising più utilizzate.

Con questo articolo si vuole offrire un piccolo contributo, affrontando alcune problematiche che caratterizzano tali attività dal punto di vista normativo, sia in termini fiscali sia in termini di adempimenti contabili.

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EAS o non EAS: questo e’ il problema!

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Oggi parliamo di un adempimento non molto conosciuto (ve lo dico per esperienza professionale) ma di estrema importanza: la Comunicazione dei Dati Rilevanti ai Fini Fiscali o più semplicemente modello EAS.

Eppure dovrebbe essere il primo passo per impostare una delle più semplici, ma molto efficaci, azioni di individual fundraising, ovvero l’incasso di corrispettivi e contributi da soci.

Il modello EAS è stato introdotto dall’articolo 30 del DL n. 185 del 2008 (decreto “Anticrisi”) e costituisce un onere che grava su tutti gli enti associativi che beneficiano dello speciale regime di non imponibilità (ai fini delle imposte dirette e dell’IVA) delle quote e dei contributi associativi, nonché dei corrispettivi percepiti da iscritti, associati o partecipanti in relazione a determinate attività.

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L’Art-bonus: opportunità che non fa di per sé fundraising

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Piano piano (troppo) si incomincia a parlare in maniera più determinata dell’Art-bonus, il recente provvedimento voluto dal Governo per agevolare il contributo dei privati a sostegno della cultura.

Vediamo di capire la portata di questo strumento sia per le sue potenzialità che per i suo limiti o criticità.

Innanzitutto stiamo parlando della possibilità di agevolare un privato che dona o investe soldi per la cultura riconoscendogli un credito di imposta pari al 65% in tre anni.

Lo spiego con un esempio pratico: chi dona 100.000 euro a favore di un’istituzione culturale pubblica, avrà uno sconto del 65% sulle tasse che deve pagare per quei 100.000 euro da utilizzare nell’arco di 3 anni.

Volete i riferimenti normativi? Eccoli: comma 1 dell’art. 1 del Decreto Cultura (Decreto Legge n. 83 del 31 maggio 2014), convertito con modificazioni nella legge 29 luglio 2014, n. 106. Ecco il testo completo del decreto e la circolare dell’Agenzia delle Entrate per la sua applicazione.

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No profit No IVA (la riforma del terzo settore alla prova della concretezza)

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La Scuola di Roma Fund-Raising.it ha deciso di aderire alla campagna lanciata dal Corriere della Sera e da La7 (e rilanciata sulle reti sociali con l’etichetta #NoProfitNoIva) per chiedere un intervento urgente del Governo, affinché si trovi il modo di non far pagare l’IVA connessa con operazioni e attività che producono benefici sociali per la comunità senza prevedere alcuno scopo di lucro. In questo caso l’IVA si trasforma automaticamente in un odioso quanto incoerente e ingiustificato balzello.

Ricordiamo che il caso scatenante è stata la ricostruzione del polo scolastico di Cavezzo a seguito del terremoto dell’Emilia. Un’opera del valore di 3 milioni di euro interamente sostenuta da donazioni di cittadini e sulle quali lo Stato ha lucrato la bellezza di 300.000 euro.

Un odioso balzello, appunto!

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5×1000: una raccolta firme preziosa

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Ci avviciniamo a grandi passi alle scadenze per la dichiarazione dei redditi. E allora, direte voi, ci vuoi ricordare anche qui che dobbiamo pagare le tasse?

No, tranquilli.Voglio ricordarvi però che esiste uno strumento molto utile che si chiama 5×1000.

Ma cos’è il 5×1000? È una forma di finanziamento da parte dello stato ad organizzazioni e iniziative senza finalità di lucro. Rappresenta un chiaro esempio di sussidiarietà orizzontale, ovvero il contribuente ha una forma di autonomia e di sovranità che gli permette di scegliere a chi destinare parte della ricchezza pubblica da lui prodotta. È un meccanismo che quindi non comporta oneri aggiuntivi, dal momento che il contribuente sceglie semplicemente di destinare una quota della propria IRPEF (il 5‰, appunto) a sostegno di organizzazioni non profit.

Ma quali organizzazioni possono usufruire del 5×1000? Possono accedere al 5×1000 le organizzazioni di volontariato e non lucrative di utilità sociale (Onlus), le associazioni di promozione sociale, le associazioni sportive dilettantistiche, le altre associazioni e/o fondazioni riconosciute che operano nei settori di cui all’articolo 10, comma 1, del decreto legislativo 460/97, al sostegno delle attività sociali svolte dal Comune di residenza. Il finanziamento può essere anche a sostegno della ricerca scientifica e dell’università, della ricerca sanitaria, nonché a sostegno delle attività che tutelano o promuovono i beni culturali e paesaggistici.

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