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Post con Tag ‘fondazioni’

Amico del Polo del ‘900: un nuovo modo di sostenere la cultura

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La Scuola di Roma Fund-Raising.it ha avuto modo di assistere il neonato Polo del ‘900 nel dar vita ad un sistema di fundraising che contribuisca in modo sostanziale a sostenere le sue attività e quelle degli istituti culturali (19 ad oggi) che hanno deciso di fare sistema insieme a Compagnia di San Paolo, Comune e Regione per dare a Torino e a tutto il mondo una nuova interessantissima offerta sulla storia e la cultura del Novecento.

È un’esperienza estremamente interessante, oltre che sotto il profilo professionale, anche sotto quello sociale in quanto ci ha spinto a sperimentare (come in un test) l’orientamento e la propensione del cosiddetto “pubblico” ad essere parte attiva nel sostenere un’istituzione culturale.

Ecco in poche parole di cosa si è trattato:

La risposta del cosiddetto pubblico è stata (pur evitando trionfalismi fuori di luogo) estremamente significativa. Nella sola giornata di inaugurazione circa 300 cittadini hanno manifestato la voglia di sostenere il Polo, facendo già una prima donazione e aderendo così al futuro programma di membership che accompagnerà la vita del Polo del ‘900 a partire dalle prossime settimane.

Eccoli in fila per fare la donazione:

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Quali i motivi che possono aver spinto i cittadini a rispondere positivamente? Proviamo a metterli in fila.

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Le fondazioni in Italia: analizziamo il panorama… ma con quali dati lavoriamo?

Fondazioni in Italia

Lavorare con le fondazioni in Italia non è una cosa semplice.

Più mi confronto con chi ogni giorno opera in questo settore e più mi rendo conto di quanto la mancanza di una mappatura completa dei soggetti e di dati aggregati recenti, completi e comparabili, possa rendere ancora più complesso questo lavoro in termini di conoscenza, programmazione e analisi delle tendenze future del settore.
Proviamo a sintetizzare alcuni punti.

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Fondazione Comunita’ Attiva: come fare nuovo welfare con il fundraising

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Il 12 aprile sarò a Cannobio (VCO) per un’iniziativa – piccola se vogliamo, in quanto circoscritta ad una realtà locale – ma di grandissimo significato per i problemi nazionali con i quali l’Italia si sta confrontando in questi giorni.

Si tratta del convegno Il centro medico e la fondazione come bene comune. Cittadini e amministrazioni per un nuovo welfare di comunità”, organizzato dalla Fondazione Comunità Attiva e dal Comune di Cannobio in occasione dei 10 anni del Centro di Medicina Attiva della Valle Cannobina.

A mio avviso si tratta di una esemplificazione di come si possa creare nuovi sistemi di welfare di comunità basati anche e soprattutto su una nuova forma di economia sociale o di comunità che ha al suo centro lo strumento del fundraising. Tra l’altro non su cose marginali ma sul core del nostro welfare: la sanità. Una esperienza in cui il fundraising diventa la leva anche per la democratizzazione della gestione dei servizi. È per questo che è stata inserita nell’itinerario della nostra Scuola, “Fundraising. Un altro welfare è possibile”.

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Fundraising e sviluppo del Sud. I tempi sono maturi

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Alcuni eventi stanno dando un’accelerazione enorme ad un tema che sta a cuore a noi della Scuola di Roma Fund-Raising.it: il rapporto strategico tra fundraising e costruzione di nuovo welfare. E questa volta a partire proprio dal Sud piuttosto che dal Centro-Nord:

  • Il libro di Borgomeo “L’Equivoco del Sud”, che finalmente dà una visione strategica in merito alle questioni e alle politiche relative allo sviluppo del Mezzogiorno. Ne ha parlato qui Barbara Bagli e qui Vita, coinvolgendo una serie di interlocutori tra i quali il sottoscritto.
  • La Manifestazione “Con il Sud”, organizzata dalla Fondazione con il Sud e dal Forum del Libro, che ha rappresentato, tra le altre cose, un osservatorio sull’attuale impegno della cittadinanza attiva e del non profit per mantenere e ricostruire il welfare in campo sociale, culturale, dell’istruzione ecc., producendo coesione e capitale sociale necessario per lo sviluppo.
  • L’evento Citt’Attiva, organizzato a Napoli da CNV, Auser e CSV Campania, durante il quale si è discusso proprio del ruolo del non profit per la governabilità del welfare.

Queste sono solo alcune tra le molteplici iniziative che vedono in prima linea organizzazioni sociali nell’atto di costruire concretamente welfare.

A questo processo però, per quanto inarrestabile e “carsico” (ossia che si sviluppa in modo quasi invisibile e sotterraneo) e che produce numeri e fatti che possono essere valutati oggettivamente, manca ancora qualcosa.

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Istituzioni e attori del Fundraising di Comunita’: occasione di confronto nel Lazio

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L’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Lazio ha pubblicato il giorno 8 Agosto un documento aperto alle riflessioni dei vari soggetti protagonisti del welfare.

Spero di darne un’idea corretta riportando alcuni stralci.

La premessa è la ricerca di un “Patto per l’innovazione del welfare” che costruisca larghe alleanze, partnership per la promozione di un nuovo benessere e che affermi responsabilità diffuse e condivise. Larghe alleanze, a partire dagli Enti locali, in cui ciascun soggetto economico e sociale sia chiamato a fare la sua parte. Ciò significa concretamente sollecitare ciascun attore sociale ed economico, dalle imprese alle fondazioni bancarie e di erogazione, dal terzo settore ai sindacati, a fare la sua parte ed orientare il suo impegno dentro un programma condiviso la cui regia è della Regione, che diventa così moltiplicatore di risorse e opportunità.

Ancora: “La legge di riforma intende delineare ed offrire le condizioni per costruire un sistema integrato di interventi e servizi sociali, volto ad avviare il circolo virtuoso comunità-bisogni-sviluppo, assumendo la qualità sociale come condizione per uno sviluppo equilibrato e sostenibile”.

Si propone di trasformare “gli attuali interventi a carattere prevalentemente riparativo, centralizzato e frammentario in un sistema articolato e flessibile di protezione attiva; da intervento centralistico a regia delle comunità e degli enti locali, da intervento pubblico a governo allargato che coinvolge e valorizza gli attori sociali”.

“La legge di riforma delineerà un welfare plurale con poteri e responsabilità condivise al fine di promuovere le risorse della comunità; enucleerà un sistema di governance, ovvero la costruzione di un sistema allargato di governo, nel quale accanto alla promozione ed alla regolazione pubblica, convive la co-progettazione, un esercizio di responsabilità condivisa, dei soggetti pubblici, privati e sociali, dei soggetti istituzionali e non… La partecipazione, quindi, come precondizione indispensabile di efficacia di un welfare che investe nel capitale sociale di una comunità”.

Ancora: “Vogliamo sperimentare insieme nuove vie per concretizzare il principio di sussidiarietà orizzontale come crescita e collaborazione tra diverse esperienze e ruoli autonomi. Va quindi pienamente confermata quella corretta interpretazione della sussidiarietà orizzontale fra istituzioni pubbliche e società civile in base alla quale l’ente locale, titolare delle funzioni sociali, deve disporre degli strumenti e delle risorse necessarie per svolgere le funzioni di lettura dei bisogni, di programmazione, di regia degli interventi e di valutazione e monitoraggio della qualità dei risultati”.

“Il sistema integrato sociale è realizzato con il concorso dei Comuni, delle Asl, dei soggetti della cooperazione sociale, dell’associazionismo di promozione sociale e del volontariato, delle aziende pubbliche di servizi alla persona, delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, delle fondazioni, anche di comunità e di partecipazione, degli enti di patronato e dei privati, nonché con la partecipazione dei cittadini singoli e associati e delle formazioni sociali espresse dalla società civile secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza di cui all’articolo 118 della Costituzione”.

I princìpi guida sono il “decentramento dei servizi e degli interventi sociali e la centralità delle comunità locali intese come sistema di relazioni tra le persone, le istituzioni, le famiglie sociali e sindacali, partecipazione attiva dei cittadini e delle forze sociali territoriali alla programmazione, gestione e controllo”.

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