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Post con Tag ‘salute’

Fondazione Comunita’ Attiva: come fare nuovo welfare con il fundraising

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Il 12 aprile sarò a Cannobio (VCO) per un’iniziativa – piccola se vogliamo, in quanto circoscritta ad una realtà locale – ma di grandissimo significato per i problemi nazionali con i quali l’Italia si sta confrontando in questi giorni.

Si tratta del convegno Il centro medico e la fondazione come bene comune. Cittadini e amministrazioni per un nuovo welfare di comunità”, organizzato dalla Fondazione Comunità Attiva e dal Comune di Cannobio in occasione dei 10 anni del Centro di Medicina Attiva della Valle Cannobina.

A mio avviso si tratta di una esemplificazione di come si possa creare nuovi sistemi di welfare di comunità basati anche e soprattutto su una nuova forma di economia sociale o di comunità che ha al suo centro lo strumento del fundraising. Tra l’altro non su cose marginali ma sul core del nostro welfare: la sanità. Una esperienza in cui il fundraising diventa la leva anche per la democratizzazione della gestione dei servizi. È per questo che è stata inserita nell’itinerario della nostra Scuola, “Fundraising. Un altro welfare è possibile”.

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Responsabilita’ sociale d’impresa: ogni cosa e’ illuminata. Per fortuna

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Oggi voglio parlarvi di una persona della quale fino a pochi giorni fa ignoravo l’esistenza. Ma da quando so che c’è, ho una speranza in più nel genere umano. Mentre scrivo ho la pelle d’oca per l’emozione.

Si chiama Marco Bartoletti, imprenditore toscano di Calenzano, che è riuscito con la creatività a fronteggiare la recessione economica che negli ultimi anni ha colpito profondamente l’Italia, non rinunciando ad assumere nella propria azienda, la BB SpA persone con malattie anche gravi.

Infatti, a differenza di tanti altri, riserva una corsia preferenziale nelle nuove assunzioni a malati di tumore, persone autistiche, disabili, ex tossicodipendenti. Le sue porte sono aperte agli ultrasessantenni ma, allo stesso tempo, riesce a mantenere l’età media dei dipendenti intorno ai 26 anni.

La prima cosa che ho pensato leggendo la sua storia è stata: “Sicuramente avrà sofferto di cose simili nella sua vita”. Una persona così attenta nei confronti di chi si trova ad affrontare un tumore o una disabilità! E invece no. La realtà è molto più semplice: ci nasci con determinate sensibilità.

La risposta di Bartoletti è ancora più semplice: “Se nella società esistono le persone malate di cancro come si può pensare che non esistano in un’azienda? Visto poi che esistono, perché discriminarle quando basta organizzarsi per dare una mano a chi è in difficoltà?” Tutto questo senza falsi pietismi o favoritismi. “Fate ciò che sapete fare”, afferma.

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Fund raising significa abbracciare una causa e non aver paura

Se ti abbraccio non aver paura

Tempo fa ho avuto la fortuna di vedere in televisione l’intervista a  Franco Antonello, papà di Andrea.

Andrea è un bellissimo ragazzo di 18 anni ed è stato diagnosticato come autistico all’età di tre anni. L’autismo colpisce da 5 a 50 persone su 10.000 a seconda dei criteri diagnostici utilizzati. Colpisce soprattutto i soggetti maschili con un tasso dalle due alle quattro volte superiore rispetto al sesso femminile e si manifesta in genere entro i tre anni.

L’intervista era in occasione del lancio del libro scritto da Fulvio Ervas “Se ti abbraccio non aver paura” edito da Marcos Y Marcos) nel quale si racconta la storia vera del lungo viaggio in moto attraverso gli Stati Uniti e America Latina, un viaggio fatto da Franco insieme a suo figlio Andrea.

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Corporate Fundraising, c’e’bisogno di Supereroi?!

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Come spesso accade mi sono imbattuto in un articolo del Corriere della Sera che mi ha fatto riflettere e che mi ha fornito alcuni spunti interessanti.

Nell’articolo si racconta di una causa sociale, una mamma e un’azienda.

Come spesso accade, la causa sociale è una disabilità. Anthony Smith ha 4 anni ed è sordo da un orecchio e quasi sordo dall’altro. Ma Anthony l’apparecchio acustico proprio non lo vuole mettere, in quanto neanche i supereroi indossano apparecchi di questo tipo e Anthony è un lettore avido di supereroi e di fumetti.

Insomma Anthony quel “orecchio blu”, nome che il bambino ha dato all’apparecchio acustico proprio per il colore, non lo vuole indossare e la mamma ha provato in tutti i modi a convincere il figlio.

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Raccolta fondi: che fine fara’ se la solidarieta’ e’ virtuale?

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Qualche giorno fa su Facebook una mia amica mi ha spedito un messaggio che recitava più o meno così:

“Ciao a tutte. Senza rispondere a questo messaggio mettete un cuore sulla vostra bacheca senza commento. Solo un cuore. Poi inviate questo messaggio a tutte le vostre amiche. Solo alle donne. E postate un cuore sulla bacheca della persona che vi ha inviato questo messaggio. Se qualcuno vi chiede perché avete tanti cuori in bacheca, non rispondete. Questo è solo per le donne, perché è la settimana per la ricerca sul cancro al seno: un piccolo gesto di solidarietà femminile. Grazie”.

A quel punto su Internet mi sono messa a cercare notizie sulla settimana per la ricerca sul cancro al seno pensando: “Forse mi è sfuggita”. Sono andata sui siti delle principali organizzazioni che si occupano del tema e non ho trovato nulla.

Ho pensato allora che questa fosse una campagna puramente simbolica senza nessun legame con una “azione”, fosse anche una raccolta di fondi.

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