Scrivere per raccogliere fondi non è facile, almeno per me.
Come incipit è scoraggiante, lo so, ma voglio sgomberare il campo dall’illusione che un po’ di fantasia e qualche regola siano sufficienti a ottenere un buon risultato.
Forse pensi che voglia “metterla giù dura” per giustificare il lavoro mio e di tutti i copywriter e ghostwriter. Non è così. Dammi il beneficio del dubbio, almeno per qualche secondo.
Scrivere è un atto di responsabilità e farlo per conto di un’associazione lo è ancora di più. Prima di ogni parola scritta c’è una scelta precisa, o almeno così dovrebbe essere.
“Le parole sono importanti!” urlava Nanni Moretti in Palombella Rossa. Le parole hanno un peso, aggiungo io. Sono come dei mattoni. Sta a noi decidere se prenderne due o tre a caso e buttarli addosso a chi ci legge o ascolta, oppure utilizzarli per dare forma alla realtà (informare) e a una storia (raccontare).
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