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La comunicazione per il fundraising passa anche per il Videosharing

video-fundraisingNavigando per la rete, mi capita con frequenza di imbattermi in molti video dedicati a campagne di fundraising, come se stessero diventando una delle chiavi per il successo della comunicazione web. E forse è proprio così.

Va detto effettivamente che un video ben strutturato, con un messaggio chiaro e di breve durata, colpisce sicuramente di più il fruitore rispetto ad un muro di parole, che molto spesso ottiene l’effetto contrario e scoraggia la lettura.

A questo punto mi sorge un grande interrogativo: in Italia quante associazioni già lo fanno, e quante di queste usano i video correttamente? Forse poche, troppo poche, ma nel panorama Italiano, si trovano davvero delle perle interessanti!

Iniziamo con il dividere i video in due categorie e facciamo qualche esempio.

I video di comunicazione

Hanno lo scopo di presentare i progetti dell’associazione, di fare cronaca, di spiegare la mission ecc. Non hanno come obiettivo primario quello di chiedere una donazione o una partecipazione di qualsivoglia genere, è solo pura sensibilizzazione.

Ecco qualche esempio:

Terre des Hommes ha scelto una versione grafica molto gradevole e di breve durata per una panoramica sulla mission, utilizzando un linguaggio di “frasi fatte”.

AMREF invece si serve di un testimonial noto (in questo caso Giobbe Covatta) per riassumere un progetto in modo spiritoso ed in un solo minuto.

I video di fundraising

Vere e proprie call to action, spingono chi visualizza a scendere in campo per l’associazione, anche a livello economico.

In primo piano non c’è più la presentazione dell’associazione, se non solo per potenziare il messaggio.

Ecco anche qui qualche esempio:

AGIRE in sedici secondi, dà un messaggio preciso: “Un SMS per agire e non chiudere gli occhi”. Prova a coinvolgere l’utente colpendone la coscienza.

Amnesty International usa ben tre testimonial noti per “farti alzare la voce per chi non ha voce”, facendo nomi e cognomi di donne vittime di soprusi, un messaggio molto personalizzato e diretto al pubblico femminile, che invita ad inviare un SMS.

In ultimo, un messaggio di Oxfam Italia, diametralmente diverso dai precedenti, che punta a vendere regali solidali. Si tratta di un filmato molto gradevole e rilassante, realizzato in stop-motion, che ha i presupposti di una pubblicità “profit”, ma che vende invece risorse per i progetti!

Se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui e di visionare i brevi video pubblicati, vi sarete resi conto di qualche pro e contro di questo mezzo di comunicazione. Ecco quali sono.

PRO

  • Il messaggio è diretto e di facile comprensione per tutti.
  • La call to action è immediata: “Manda SMS”, “Compra un regalo”, “Naviga sul nostro sito”, ecc.
  • Possibilità di inserire link all’interno dei video.
  • Costi contenuti (ma occhio alla qualità del prodotto!).
  • Si veicola gratuitamente grazie al Web;
  • Il video è facile da condividere per gli utenti.

CONTRO

  • I costi sono alti se si sceglie un lavoro grafico particolare.
  • Per cercare la necessaria brevità, il messaggio rischia di essere molto scarno

In conclusione, trovo che il videosharing stia acquisendo sempre più importanza nella comunicazione per il nonprofit, vedo sempre più associazioni che provano ad affermarsi su YouTube (o servizi equivalenti) e pubblicano video sempre più strutturati e con un forte impatto comunicativo.

La tua associazione non l’ha ancora fatto? Perché non provarci? Hai trovato video particolari e degni di nota? Li aspetto nei commenti!

PS: Strizzando un occhio anche all’estero (dove i video ormai sono un must), mi sono imbattuto in questo di Acción contra el Hambre e l’ho trovato perfetto! Sia da un punto di vista di veicolazione del messaggio, sia sotto l’ottica della call to action. Godetevelo!