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L’occasione di riflettere sul tema della rendicontazione sociale delle organizzazioni non profit mi è stato offerta dalla presentazione del bilancio di missione 2015 dell’Associazione Kim presso la Protomoteca del Campidoglio, a Roma, il 22 novembre 2016.

L’Associazione Kim, guidata da Paolo Cespa, da 19 anni si è assunta l’impegno di tutelare l’infanzia più disagiata e malata proveniente da luoghi in cui il benessere fisico ed economico non è garantito. Alla presenza dell’Assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidale del Comune di Roma Laura Baldassarre, moderatrice dell’incontro, e insieme a Massimo Coen Cagli, direttore scientifico della nostra Scuola, sono stato invitato a presentare il bilancio di missione.

In generale il bilancio di missione:

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Chi mi conosce sa che ho il pallino per questo tema della comunità e del ruolo fondamentale che riveste per il fundraising.

Sono spinto a riprenderlo con forza da tre casi (o meglio fenomeni), che mi sono capitati sotto gli occhi nell’arco di pochi giorni occupandomi di fundraising per gli archivi: tre campagne tecnicamente diverse (tesseramento, contatto diretto, crowdfunding) ma che mettono in evidenza come il fattore “comunità” sia stato il traino del loro successo.

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Il periodo di Natale, sempre più vicino, è l’occasione per molte organizzazioni non profit per dare vita a campagne di raccolta fondi, una delle tecniche di fundraising più utilizzate.

Con questo articolo si vuole offrire un piccolo contributo, affrontando alcune problematiche che caratterizzano tali attività dal punto di vista normativo, sia in termini fiscali sia in termini di adempimenti contabili.

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Dieci giorni fa con Claudio Nardocci, Presidente di UNPLI, siamo andati in visita ad Amatrice, Arquata, Norcia e Teramo e abbiamo incontrato i rappresentanti delle Pro Loco e delle amministrazioni locali dei Comuni colpiti dal terremoto lo scorso 24 Agosto.

L’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia, per rispondere all’emergenza, nei giorni subito successivi al terremoto ha lanciato l’iniziativa “Un’amatriciana per Amatrice”, raccolta fondi da destinare alle Pro Loco dei Comuni terremotati, che oggi ha superato i 250.000 euro.

Il viaggio aveva una doppia funzione.

In primo luogo, quella di redistribuire in maniera tempestiva e con totale trasparenza il denaro donato in base alla gravità dei danni riportati.

La solidarietà delle singole Pro Loco, in risposta agli appelli della sede centrale, è stata immediata, costante e notevole.

Ogni donazione è rintracciabile ed è stata registrata sul sito in tempo reale, così come ogni momento della consegna degli assegni è stato documentato, sia in termini contabili sia di comunicazione.

Durante il nostro viaggio, 212.000 euro sono stati quindi redistribuiti alle Pro Loco dei 17 Comuni di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo identificati dal Decreto del Ministero delle Finanze pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1 Settembre 2016.

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È come il formaggio sulle tagliatelle: ne esalta il gusto. O forse corrisponde alle stesse tagliatelle: è il carburante che ingerisci. O magari è la forchetta tra le dita: permette di nutrirti.

Senza di lui il tuo sito web è un po’come un’automobile senza ruote: prova a farla muovere, prova a raggiungere la destinazione. Ti sentirai pesante e probabilmente abbandonerai quello che è solo un vuoto carrozzone.

Di chi parlo? Del blog, naturalmente.

Ho deciso di scrivere qualche riga per elogiare questo compagno di viaggio che è sempre pronto a tenderti la mano e a dare voce ai tuoi racconti. Lui non lo sa, ma ha un ruolo importante per molte organizzazioni non profit che, come la tua, si adoperano per fare del pianeta un luogo migliore.

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Come sempre quando c’è una catastrofe il nostro paese reagisce in modo straordinario per affrontare le emergenze, sotto tutti i punti di vista. Non altrettanto si può dire per la prevenzione che, più che slanci di cuore e solidarietà, richiede politiche, tempi lunghi e quindi un arido lavoro di ufficio. E questo in parte si riflette anche sulle raccolte di fondi che, come sempre in questi casi, si sono moltiplicate in poche ore in tutto il paese e ancora oggi sono al centro dell’attenzione di tutti.

Questo spirito solidaristico è estremamente positivo sia sul versante di chi organizza le raccolte fondi, sia su quello dei donatori, cosa che ci dovrebbe far riflettere sul reiterato rammarico che ci fa dire: “siamo un paese di insensibili e taccagni non donatori!”. Credo però che le esperienze di questi giorni debbano spingere la comunità dei fundraiser e delle organizzazioni a trarre qualche insegnamento per costruire, in futuro, sistemi sempre più moderni ed efficaci di raccolta fondi.

Ecco le mie modeste riflessioni in merito.

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Fine luglio. La luce del sole sembra cuocere ogni secondo di più e il sudore sempre più difficile da contenere. Non servono di certo i messaggi pubblicitari che rimbombano dalla Tv a ricordarti la spossatezza che pervade te e impregna l’ambiente esterno.

Hai lavorato tanto per undici mesi. Hai impiegato il meglio di te stesso per la tua nonprofit. Le risorse però sono agli sgoccioli e anche per te è forse giunto il momento di staccare la spina per qualche giorno o, magari, per qualche settimana.

Cosa vuol dire “estate” per chi si occupa di content e social media marketing in campo non profit? Come comportarsi con gli strumenti on line di cui ti occupi, molto probabilmente da solo? In effetti, il palinsesto dei tuoi canali Web non dovrebbe interrompersi e il tuo pubblico, almeno in parte, è sempre lì. Va bene, ma come conciliare il tutto con il nostro tanto aspirato stacco estivo?

In questo ultimo post pre-balneare (o pre-montanaro, decidete voi), voglio darti qualche suggerimento. Chiaramente, interesserà a chi lavora con le piccole organizzazioni, che hanno una sola persona a occuparsi della comunicazione.

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Oggi parliamo di un adempimento non molto conosciuto (ve lo dico per esperienza professionale) ma di estrema importanza: la Comunicazione dei Dati Rilevanti ai Fini Fiscali o più semplicemente modello EAS.

Eppure dovrebbe essere il primo passo per impostare una delle più semplici, ma molto efficaci, azioni di individual fundraising, ovvero l’incasso di corrispettivi e contributi da soci.

Il modello EAS è stato introdotto dall’articolo 30 del DL n. 185 del 2008 (decreto “Anticrisi”) e costituisce un onere che grava su tutti gli enti associativi che beneficiano dello speciale regime di non imponibilità (ai fini delle imposte dirette e dell’IVA) delle quote e dei contributi associativi, nonché dei corrispettivi percepiti da iscritti, associati o partecipanti in relazione a determinate attività.

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