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Promuovere lasciti testamentari per sostenere i progetti delle nostre associazioni. Abbattiamo noi per primi resistenze e barriere

Che il tema dei lasciti testamentari sia per lo più percepito come critico e problematico in quanto direttamente associato al concetto di morte non c’è dubbio.

Ma la cosa assai strana è che tale resistenza sull’argomento viene espressa principalmente da coloro che fanno parte delle associazioni (direttori, consiglieri, fundraiser)  piuttosto che dagli stessi donatori.

Parlare di lasciti testamentari con i donatori è, invece, un’esperienza molto arricchente. Con la loro schiettezza, consapevolezza e, spesso, ironia ci insegnano molto su come affrontare questo tema.

In realtà il segreto per parlare serenamente di lasciti sta nel rendere la comunicazione non invasiva e nel promuovere questa forma di sostegno esattamente per quella che è, esaltandone gli incredibili benefici per i progetti dell’associazione e mettendo in evidenza i vantaggi  per il donatore stesso.

Lasciti testamentari: abbattere la diffidenza nei fundraiser

Ma soprattutto la diffidenza nei confronti dei lasciti deve essere abbattuta dagli stessi fundraiser.

Trovo utile e simpatico, al fine di avvalorare la mia tesi, un brano del libro di Salvatore De Matteis, sovrintendente dell’archivio notarile distrettuale di Napoli, “In piena facoltà” edito da Mondadori.

Nel libro sono raccolti numerosi testamenti contraddistinti dalla particolarità del contenuto a sfondo ironico e talvolta provocatorio. Nella postfazione De Matteis riporta un concetto molto condivisibile e che trovo sia di stimolo per quei fundraiser che incontrano difficoltà ad affrontare il tema dei lasciti per proporlo ai donatori. Scrive:

“Sento il dovere di sgomberare il campo da una fastidiosa insinuazione, che vi sia cioè una stretta connessione fra testamento e morte. Nulla di più falso e mi spiego. Fare testamento significa esercitare un potere che in quanto tale può essere gestito da un uomo vivo e nella maggior parte dei casi cosciente delle proprie azioni (….) La morte invece tutto sommato cosa sarebbe? Solo un inconveniente, una condicio sine qua non, una seccatura, un optional fastidioso mentre intanto il testamento è un documento concreto che esiste e non solo, ma da quel momento in poi sarà riverito coccolato e destinato a vivere anche per lungo tempo oltre la morte di chi lo scrive e che verrà costantemente protetto depolverizzato e de-umidificato (…)

Che ne pensate?