Testo

5 per mille: esiste una strategia per i Comuni?

fundraising-comuni

Siamo in piena campagna elettorale. Questo fine settimana verranno scelti molti sindaci attraverso il ballottaggio.

Le città più grandi in cui verranno scelte le nuove amministrazioni sono Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna e Trieste.

Al di là delle battaglie politiche e delle promesse, come si pongono i candidati nei confronti del fundraising? Qualcuno ha provato a tematizzare la questione?

Abbiamo già parlato di fundraising per i comuni in questo articolo del nostro blog.

Il sindaco di Roma della passata amministrazione, Ignazio Marino, è stato uno dei pochi che ha affrontato la questione con un approccio strategico.

Purtroppo non ci risulta che i candidati attuali abbiano affrontato la questione. Eppure alcuni dati avrebbero potuto spingerli a prendere una posizione.

Esiste infatti uno strumento, già attivo, che i Comuni potrebbero utilizzare sicuramente meglio. Tale strumento è il 5 per mille per i Comuni.

Partiamo dai dati. Se andiamo ad analizzare l’ultimo elenco completo dei beneficiari del 5 per mille, che fa riferimento all’anno 2014, troviamo alcuni dati incoraggianti.

Infatti, il primo Comune per risultati economici risulta essere il Comune di Roma con 8.829 firme e un attribuzione di 397.842,96€.

Al secondo posto troviamo Milano con 6.134 firme e 338.329,80€.

Ecco i dati che l’Agenzia delle Entrate comunica per le maggiori città interessate dal ballottaggio.

COMUNE SCELTE IMPORTO
Roma 8.829 397.842,96 €
Milano 6.134 338.329,80€
Torino 4.434 169.033,53€
Bologna 2.748 87.656,76€
Napoli 2.170 68.250,50€
Trieste 2.053 63.684,29€

Certamente qualcuno obietterà che i dati rispecchiano la dimensione della popolazione della città. Questo è certamente vero.

Tuttavia c’è un altro dato da sottolineare: agli occhi di un qualsiasi fundraiser il risultato appare straordinario. Infatti è stato raggiunto senza nessun tipo di campagna di comunicazione (almeno a Roma, ma non mi risulta sia stato diversamente nelle altre città prese in esame) e in assenza di alcuni elementi importanti per arrivare al successo. Per esempio, i Comuni non brillano per trasparenza e per partecipazione, caratteristica ritenuta fondamentale anche nelle organizzazioni nonprofit per avere successo nel fundraising. Manca, inoltre, un progetto chiaro, distintivo e motivante (anzi a dire il vero manca totalmente un progetto che si leghi alla campagna di raccolta fondi). Inoltre, tale risultato arriva in un periodo storico di particolare disaffezione verso molte istituzioni pubbliche.

Tenendo conto di tutti questi fattori, una prestazione come questa non può non sembrare eccezionale (anche agli occhi di chi non sa molto di fundraising).

Non si capisce sinceramente come mai nessun candidato abbia deciso di puntare con forza sul fundraising, visto che poi ognuno di loro promette di abbassare le tasse (magari dico io, ma poi le risorse dove le andiamo a prendere) oppure utilizza il pianto preventivo per lamentare le poche risorse a disposizione. Davvero questi soldi non servono? Immaginate quante attività si potrebbero finanziare. Se penso che poi si tagliano i fondi alle biblioteche, agli asili comunali, alle scuole, ai musei (e potrei andare avanti a lungo), non posso che affermare che tali risorse servirebbero, e anche urgentemente.

E voi avete esperienze, nei Comuni in cui vivete, di campagne di fundraising portate avanti con successo o con “insuccesso”?