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La cena di raccolta fondi del PD: fundraising e/o lobbying?

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Si sono da poco concluse le due cene di raccolta fondi realizzate dal Partito Democratico guidato da Matteo Renzi per finanziare il partito.

Partiamo subito con una considerazione: le cene sono state un successone, infatti l’obiettivo di fundraising è stato ampiamente superato. Ci si era posti di raccogliere 1 milione di euro e ne sono stati raccolti, stando ad alcune indiscrezioni, 1,5 milioni. Se quindi analizziamo la questione da un punto di vista di risultato economico, chapeau ai fundraiser del PD.

Proviamo ora ad analizzare l’iniziativa da diversi punti di vista che non siano solo economici, perché il fundraising, nonostante la terminologia ponga un grosso accento sui fondi (fund), non è solo raccolta di fondi ma anche di consenso ed appoggio ad una causa sociale. Inoltre le cene non sono state esenti dalle critiche e quindi mi pare interessante approfondire la questione.

Cene di raccolta fondi del Partito Democratico: analisi in chiave fundraising

Una prima considerazione riguarda la mission. Ci si dovrebbe dunque chiedere se il PD abbia una mission sociale. Di certo la politica ha una mission, in quanto tratta la res publica, che, come scrive Marco Tullio Cicerone nel suo trattato De re publica, è la “cosa del popolo”.

Se dunque diamo per pacifico che la politica sia a tutti gli effetti una causa sociale, si potrebbe disquisire se il PD abbia una mission. Ma una prima domanda che io pongo è: esiste una causa sociale che si possa definire oggettivamente una mission sociale? A mio parere qui si entra nel campo della soggettività, per me infatti potrebbe essere una causa sociale meritevole la salvaguardia dello zibellino maculato, mentre per altri potrebbe essere una grande sciocchezza.

Essendo la politica molto spesso fatta di contrapposizione credo sia normale che una persona che vota per la parte opposta non riterrà che l’altra abbia una mission sociale degna di essere sostenuta.

Mi pare di aver colto in alcuni commenti critici il fatto che alle cene abbiano partecipato soggetti che non condividono la politica del PD. Ma anche questa mi pare molto una critica pretestuosa. Sarebbe come dire che si tratta di fundraising solo se si condivide la causa sociale, come se esistesse un animus donandi. Ma chiedo ai nostri amici fundraiser delle cause sociali più affermate e che tradizionalmente fanno fundraising, se hanno mai indagato l”’animus donandi”. Semmai si cerca di capire le motivazioni che sono dietro ad una donazione, ma credo di poter affermare che questo accada non tanto per restituire la donazione, ma per tarare meglio la prossima richiesta di donazione.

Altra critica che è stata mossa deriva dal fatto che sono stati coinvolti solo grandi donatori. Ma anche in questo caso sento di poter affermare che un evento che coinvolga solo i grandi donatori comunque sia un evento di fundraising. Anche qui mi piacerebbe un’opinione dei fundraiser delle organizzazioni. Certamente la raccolta fondi verso un target di piccoli donatori è spesso più onerosa, ma nel momento in cui i partiti capiranno che le piccole donazioni spesso si traducono in voti (basta vedere la campagna di fundraising di Obama), cominceranno a presidiare anche questo mercato.

Accade spesso infatti che le motivazioni di grandi donatori (questo vale soprattutto nel corporate fundraising) siano legate a motivazioni legate ai propri interessi. Infatti, nei paesi anglosassoni non è raro che i grandi donatori sostengano entrambi i partiti più rappresentativi, anche perché una delle motivazioni dietro ad una donazione politica può essere legata alla volontà di costruire relazioni istituzionali.

Questo lo facciamo spesso rientrare nella cosiddetta attività di lobbying, attività che in Italia ha un’accezione negativa, ma che se fatta nel rispetto delle regole è a mio avviso lecita e doverosa per un’azienda così come per un’organizzazione non profit.

Ultima considerazione riguardo all’iniziativa in questione. Pare che siano stati coinvolti in prima persona i deputati del PD che si sono dovuti impegnare a trovare 5 donatori che partecipassero alla cena, secondo la più classica forma del member get member. Credo che da questa operazione debbano imparare molto alcune organizzazioni non profit in cui i membri della costituency troppo spesso non partecipano attivamente alle operazioni di raccolta fondi.