E-mail marketing e fundraising: ognuno ha l’e-mail che si merita!

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E-mail marketing e newsletter sono strumenti irrinunciabili per chiunque comunichi con l’esterno.

C’è chi le preferisce colorate e ricche di effetti speciali, chi si limita ad inserire del testo e qualche immagine rappresentativa e chi si vuole spingere oltre includendo dei video. Ognuno fa la sua scelta tenendo presente il target, il prodotto che vuole veicolare, le proprie capacità interne e l’uso di piattaforme d’invio e-mail più o meno performanti. Tuttavia la sostanza non cambia: tutti si occupano di e-mail marketing!

Nel sempre più variegato mondo della raccolta fondi diventa indispensabile dotarsi di conoscenze per gestire al meglio campagne e-mail. Una campagna d’acquisizione e-mail ha bisogno di una buona profilazione e di una oculata scelta delle liste da contattare; una campagna e-mail verso i propri donatori, però, si deve necessariamente basare sull’esperienza. A volte i risultati non sono così soddisfacenti perché non si è a conoscenza di cosa non si dovrebbe mai fare quando si invia un’e-mail. Esempi classici sono, ad esempio, non avere una lista aggiornata o tralasciare qualsiasi richiesta di call to action.

Alcuni piccoli trucchi, come la scelta di un A/B test sull’oggetto per aumentare le aperture o l’inserimento in grassetto di alcune informazioni del testo mantenendo la giusta proporzione tra immagine e parte scritta, possono fare la differenza.

Quando spediamo un’e-mail, abbiamo nelle nostre mani la bacchetta magica che può aprirci la strada del dialogo basato sulla personalizzazione e, come nelle migliori comunicazioni a due, possiamo ricevere una risposta concreta e immediata che si traduce spesso in una donazione alla nostra causa.

Perciò, “pompose” o meno, le nostre e-mail hanno bisogno di essere curate e analizzate: sicuramente, allora, ci daranno molte soddisfazioni.

L’arrivo dei social networks ha messo in secondo piano l’e-mail?

Il dubbio potrebbe venirci, visto che ogni giorno assistiamo a un nuovo evento legato alla sfera dei social networks. Eppure ognuno di noi nell’arco della giornata, seduto davanti a un pc o con in mano un dispositivo mobile, non può fare a meno di accedere almeno una volta alla propria casella di posta elettronica.

Per un fundraiser questo si traduce in un’opportunità unica: dà modo di dialogare con i propri donatori parlando con ognuno di loro adottando modalità sempre più personalizzate e segmentando con facilità l’invio all’e-mailing list.

Chi lavora con il fundraising può seguire gli interessi e capire le abitudini dei sostenitori già solo analizzando le percentuali di apertura delle e-mail inviate e studiando i contenuti più apprezzati. Il fundraiser specializzato in e-mail marketing in qualsiasi momento può portare il sostenitore a condividere un nostro contenuto sui social networks partendo dal messaggio e-mail e moltiplicando così l’effetto virale. E può farlo evitando di essere invadenti, visto che si può dare l’opportunità al sostenitore di scegliere:

  • quando essere contattato;
  • con quale messaggio;
  • facendogli indicare la frequenza d’invio delle comunicazioni via e-mail.

Per questo e per molte altre ragioni ancora, l’e-mail occupa un posto di rilievo nella comunicazione sociale e nel marketing per il non profit. Per incrementare le donazioni e fidelizzare il sostenitore diviene perciò necessario conoscerne le dinamiche.

Il corso di email marketing
Gli autori di questo post, Ilaria Moriconi e Luca Visone sono specialisti di e-mail marketing e tengono corsi con la Scuola di Roma Fund-Raising.it. Il prossimo corso in calendario è il 16 e 17 novembre 2012.
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Autori del post

Luca VisoneLavora per Medici Senza Frontiere Italia dove si occupa di email marketing, Web Analytics, Search Engine Marketing (SEM), Social Media Marketing e Advertising On-Line. Lavora inoltre come consulente Web Marketing freelance.
Ilaria MoriconiLavora con Save the Children Italia come Senior Digital Marketing Officer e si occupa dello sviluppo e della promozione dei prodotti di raccolta fondi sui canali digitali.