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Post con Tag ‘comunicazione’

Amico del Polo del ‘900: un nuovo modo di sostenere la cultura

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La Scuola di Roma Fund-Raising.it ha avuto modo di assistere il neonato Polo del ‘900 nel dar vita ad un sistema di fundraising che contribuisca in modo sostanziale a sostenere le sue attività e quelle degli istituti culturali (19 ad oggi) che hanno deciso di fare sistema insieme a Compagnia di San Paolo, Comune e Regione per dare a Torino e a tutto il mondo una nuova interessantissima offerta sulla storia e la cultura del Novecento.

È un’esperienza estremamente interessante, oltre che sotto il profilo professionale, anche sotto quello sociale in quanto ci ha spinto a sperimentare (come in un test) l’orientamento e la propensione del cosiddetto “pubblico” ad essere parte attiva nel sostenere un’istituzione culturale.

Ecco in poche parole di cosa si è trattato:

La risposta del cosiddetto pubblico è stata (pur evitando trionfalismi fuori di luogo) estremamente significativa. Nella sola giornata di inaugurazione circa 300 cittadini hanno manifestato la voglia di sostenere il Polo, facendo già una prima donazione e aderendo così al futuro programma di membership che accompagnerà la vita del Polo del ‘900 a partire dalle prossime settimane.

Eccoli in fila per fare la donazione:

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Quali i motivi che possono aver spinto i cittadini a rispondere positivamente? Proviamo a metterli in fila.

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Fundraising e advertising in radio: “Sembra facile…”

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Erano gli anni 60 e… “Sembra facile” era il cuore di una comunicazione televisiva (Carosello) di una nota caffettiera italiana.

Quel “Sembra facile” può essere preso in prestito quando si pensa al copywriting per l’advertising radio.

Parafrasando un po’ quella arcaica pubblicità della Moka, è vero: scrivere per la radio sembra facile e in fondo, anche quando si tratta di chiedere, di raccogliere, di invitare a donare, lo è. Basta utilizzare alcuni elementi “basic” e alcuni “trucchi” che rendano la comunicazione chiara, emozionale semplice e “captive”.

La radio è un Medium eccellente perché esercita funzioni di intrattenimento, informazione, divertimento, compagnia e scandisce i ritmi quotidiani, accompagnandoci ed “insinuandosi in modo mai invasivo” nelle nostre vite. Il messaggio pubblicitario in radio ci sorprende sempre, tendendo “un’imboscata alle nostre orecchie” che, come sappiamo, non hanno interruttori!

L’advertising radiofonico stimola chi ascolta attraverso suoni, rumori, silenzi, parole dette o cantate, producendo immagini mentali che divertono, illustrano e seducono l’ascoltatore, utilizzando in modo attivo la sua personale immaginazione.
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Parole, ritmo e suoni: l’importanza dello scrivere nel fundraising

Scrivere per il fundraising

Scrivere per raccogliere fondi non è facile, almeno per me.

Come incipit è scoraggiante, lo so, ma voglio sgomberare il campo dall’illusione che un po’ di fantasia e qualche regola siano sufficienti a ottenere un buon risultato.

Forse pensi che voglia “metterla giù dura” per giustificare il lavoro mio e di tutti i copywriter e ghostwriter. Non è così. Dammi il beneficio del dubbio, almeno per qualche secondo.

Scrivere è un atto di responsabilità e farlo per conto di un’associazione lo è ancora di più. Prima di ogni parola scritta c’è una scelta precisa, o almeno così dovrebbe essere.

“Le parole sono importanti!” urlava Nanni Moretti in Palombella Rossa. Le parole hanno un peso, aggiungo io. Sono come dei mattoni. Sta a noi decidere se prenderne due o tre a caso e buttarli addosso a chi ci legge o ascolta, oppure utilizzarli per dare forma alla realtà (informare) e a una storia (raccontare).

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Storytelling per il nonprofit: tra mosaico e fumetto

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Quando parlo di storytelling c’è un concetto su cui insisto sempre: la storia non è nel post (termine, questo, freddo e inflazionato) ma nell’azione dell’organizzazione non profit. Il post, in caso, serve a narrare un piccolo episodio di questa storia.

Il lavoro quotidiano, gli sforzi per portare avanti servizi e progetti innovativi, le collaborazioni, il coinvolgimento dei sostenitori, i rapporti con i beneficiari: questa è la storia dell’ONP. Una storia che ogni giorno cresce e si fa più ricca. Compito di chi lavora in comunicazione per il non profit è farla splendere e renderla visibile allo sguardo e al cuore di sostenitori vecchi e nuovi.

Gli ingredienti per farlo ci sono tutti. Più complicato spesso è reperire le risorse, acquisire le competenze e spezzare i tabù.

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Fare fundraising con la pancia e con la testa

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In questo periodo è sui principali canali di comunicazione uno spot di raccolta fondi per combattere la fame in Africa in cui si vede la classica immagine del bambino africano con la pancia gonfia.

Io continuo a chiedermi: “Cui prodest?”. A chi giova questo tipo di comunicazione? Al beneficiario? Non credo. Mi sono immaginata il bambino della foto tra dieci anni… uscito da quella situazione drammatica, con un lavoro, un’istruzione, una famiglia e che per molte persone sarà sempre il bambino con la pancia gonfia, anche se lui è diventato altro.

Al fundraising? Anche qui non credo. Qualcuno potrà obiettare: “Però hanno raccolto moltissimi soldi”. Ottimo! E la relazione con il donatore? È di tipo emergenziale? Ovvero il donatore dà i soldi solo perché vede il bambino con la pancia gonfia? E questo lo rende un donatore costante?

Mi sono messa nei panni del donatore e ho pensato: “Se continuate a far vedere il bambino con la pancia gonfia la vostra azione forse non è così efficace”.

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