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Post con Tag ‘donatori’

Campagne di crowdfunding: quando hanno successo?

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Una campagna di crowdfunding è una cosa. Una campagna di crowdfunding di successo è un’altra.

Sulle potenzialità del crowdfunding si dice molto e spesso se ne esalta la carica innovatrice. Il dibattito è sempre più approfondito e il numero delle piattaforme continua a crescere (nel nostro paese sono circa 60). Tutto bene.

Secondo i dati disponibili, in Italia fino a novembre 2012, su 8.819 progetti approdati sulle piattaforme di crowdfunding, ne sono stati finanziati 2.477 (più o meno il 28%); a maggio 2014, circa un anno e mezzo dopo, i progetti presentati erano 48.357, di cui solo 12.809 sono stati approvati e pubblicati. Di questi, 4.703 sono stati finanziati per intero. Ciò significa che meno del 10% dei progetti presentati in Italia riceve il contributo richiesto ai donatori del Web.

I dati possono essere interpretati come meglio si crede. Di certo c’è che aumentano le piattaforme e le campagne di crowdfunding e che gran parte di queste non ottengono il risultato sperato.

Non sta a me andare oltre in questa analisi. Quello che invece mi interessa e su cui penso di poter dare una risposta, sono gli aspetti di comunicazione on line e strutturazione della campagna nel campo del non profit.

Sì, perché sono convinto che molte campagne di crowdfunding potenzialmente vincenti sono disegnate in modo disastroso e raggiungono il solo traguardo di demoralizzare i fundraiser e le organizzazioni.

Spesso nel predisporre una campagna di crowdfunding non si tengono in conto le 5 regole d’oro descritte da Massimo Coen Cagli su Vita.

In molti casi, pur avendo a mente tali regole, si agisce in modo superficiale o non si fa il massimo degli sforzi per presentare al meglio il progetto da finanziare.

In fin dei conti, il donatore sceglie anche in base all’immagine e alla consistenza che il nostro progetto riesce a trasmettere tramite lo schermo. Personalmente non donerei a un’organizzazione che presenti le cose senza troppi dettagli o che non mi dia il massimo delle garanzie.

Una volta chiariti potenzialità, limiti e meccanismi del crowdfunding e dopo aver scelto la piattaforma più adatta al progetto da finanziare, dovremo fare il massimo per rendere la campagna vincente. Ci sono una serie di azioni che, nei limiti delle possibilità della nostra organizzazione, dovremo mettere in atto quando disegneremo la nostra campagna.

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Donazioni: il futuro e’ on line?

Digital fundraising

Non capita spesso di trovare su La Repubblica un articolo intero sulle prospettive del digital fundraising e devo dire che sì, fa piacere e neanche poco.

La giornalista riprende alcuni dati resi pubblici da Doxa evidenziando la propensione degli “internauti” a donare. Si parla addirittura di 8 persone su 10, numero strabiliante il quale lascia ben sperare nel futuro.

Va evidenziato però che questo dato riguarda ogni tipo di donazione e non solo quelle con una provenienza digitale. Lo leggo comunque come primo passo se non altro in un’ottica di coinvolgimento e conversione.

Più volte nella mia vita professionale mi sono sentito dire che l’evoluzione del fundraising non è nell’on line, più volte ho visto porte chiuse. Con sempre più entusiasmo, tuttavia, mi sento di dire che inevitabilmente molte interazioni tra persone e associazioni in futuro passeranno dalla rete.

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L’Art-bonus: opportunità che non fa di per sé fundraising

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Piano piano (troppo) si incomincia a parlare in maniera più determinata dell’Art-bonus, il recente provvedimento voluto dal Governo per agevolare il contributo dei privati a sostegno della cultura.

Vediamo di capire la portata di questo strumento sia per le sue potenzialità che per i suo limiti o criticità.

Innanzitutto stiamo parlando della possibilità di agevolare un privato che dona o investe soldi per la cultura riconoscendogli un credito di imposta pari al 65% in tre anni.

Lo spiego con un esempio pratico: chi dona 100.000 euro a favore di un’istituzione culturale pubblica, avrà uno sconto del 65% sulle tasse che deve pagare per quei 100.000 euro da utilizzare nell’arco di 3 anni.

Volete i riferimenti normativi? Eccoli: comma 1 dell’art. 1 del Decreto Cultura (Decreto Legge n. 83 del 31 maggio 2014), convertito con modificazioni nella legge 29 luglio 2014, n. 106. Ecco il testo completo del decreto e la circolare dell’Agenzia delle Entrate per la sua applicazione.

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Fundraising e comunicazione: le parole sono armi

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Ieri ho letto un bellissimo articolo su Redattore Sociale che parla di una campagna contro il bullismo e la violenza verbale.

La campagna Weapon of choice nasce con l’intento di creare una rappresentazione visiva dei danni emotivi che le parole possono causare. Al progetto hanno partecipato bambini, ragazzi, uomini e donne. A tutti loro è stato chiesto di scegliere, tra un elenco di parole, quale fosse la più offensiva. Una volta individuata, la parola è stata dipinta sul loro corpo e tradotta in una ferita vera e propria, rendendo visibile il dolore.

Immagini forti. Almeno per me.

Spesso non ci accorgiamo quanto una parola possa colpire, possa far male. Possa etichettare.
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Nuove forme di fundraising: The Recycling Factory

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Sono da poco tornato dalla National Convention 2014 organizzata dall’Institute of Fundraising, equivalente inglese dell’Associazione Italiana Fundraiser (ASSIF).

Devo riconoscere che si tratta di un grande evento dedicato al fundraising, organizzato alla perfezione. La tre giorni vede la partecipazione di oltre 2.500 persone e il livello del dibattito è davvero alto. Lo consiglio vivamente a chi vuole partecipare ad un evento internazionale dedicato al fundraising. Tanti e vari gli sponsor del Festival, tra cui, per mia sorpresa, ho trovato anche l’italiana Charity Stars, che dopo il successo in Italia ora sbarca anche in Gran Bretagna. Un grande in bocca al lupo per questa nuova avventura.

Tra le tante novità quella che mi ha colpito maggiormente è l’esperienza di The Recycling Factory.

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