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Post con Tag ‘economia’

Il Sud: uno straordinario laboratorio per lo sviluppo del fundraising

Nuovo fundraising dall'esperienza del Sud

La Scuola di Roma Fund-Raising.it ha raccolto insieme al Consorzio Nova una nuova sfida: fare del Sud d’Italia e delle sue organizzazioni della società civile un laboratorio di sperimentazione di un nuovo modo di concepire e di fare fundraising. Un fundraising che guardi non tanto alla sostenibilità delle organizzazioni non profit ma a quella del welfare, che al Sud oggi soffre una condizione di arretramento drammatica rispetto al resto del paese.

La Scuola di Fundraising del Sud nasce con una mission molto determinata: dotare gli attori sociali, istituzionali e filantropici impegnati nello Sviluppo del Mezzogiorno di una politica del fundraising in grado di rendere sostenibile i loro progetti e un nuovo welfare di comunità. Quindi quella di occuparsi, oltre che di formazione e consulenza, di elaborare vere e proprie politiche di fundraising offrendosi come spazio aperto in cui gli attori sociali vogliano fare rete per la sostenibilità del welfare.

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Fundraising e sviluppo del Sud. I tempi sono maturi

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Alcuni eventi stanno dando un’accelerazione enorme ad un tema che sta a cuore a noi della Scuola di Roma Fund-Raising.it: il rapporto strategico tra fundraising e costruzione di nuovo welfare. E questa volta a partire proprio dal Sud piuttosto che dal Centro-Nord:

  • Il libro di Borgomeo “L’Equivoco del Sud”, che finalmente dà una visione strategica in merito alle questioni e alle politiche relative allo sviluppo del Mezzogiorno. Ne ha parlato qui Barbara Bagli e qui Vita, coinvolgendo una serie di interlocutori tra i quali il sottoscritto.
  • La Manifestazione “Con il Sud”, organizzata dalla Fondazione con il Sud e dal Forum del Libro, che ha rappresentato, tra le altre cose, un osservatorio sull’attuale impegno della cittadinanza attiva e del non profit per mantenere e ricostruire il welfare in campo sociale, culturale, dell’istruzione ecc., producendo coesione e capitale sociale necessario per lo sviluppo.
  • L’evento Citt’Attiva, organizzato a Napoli da CNV, Auser e CSV Campania, durante il quale si è discusso proprio del ruolo del non profit per la governabilità del welfare.

Queste sono solo alcune tra le molteplici iniziative che vedono in prima linea organizzazioni sociali nell’atto di costruire concretamente welfare.

A questo processo però, per quanto inarrestabile e “carsico” (ossia che si sviluppa in modo quasi invisibile e sotterraneo) e che produce numeri e fatti che possono essere valutati oggettivamente, manca ancora qualcosa.

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Fundraising e politiche di sviluppo: cambiando l’ordine dei fattori il prodotto cambia eccome!

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Oggi voglio consigliarvi di leggere il libro di Carlo Borgomeo che si intitola “L’equivoco del Sud – Sviluppo e coesione sociale” edito da Laterza nel 2013.

Il titolo del libro è già un programma: è necessario e anche urgente capovolgere l’ottica (l’equivoco) con la quale si sono affrontate fino ad oggi le politiche di sviluppo del Mezzogiorno (l’ “antica e noiosa questione meridionale” come la definisce Borgomeo stesso).

Capovolgere l’ottica vuol dire prendere atto che decenni di politiche basate sul divario del prodotto interno lordo tra Centro-Nord e Sud non hanno prodotto molto. Afferma Borgomeo che: “l’iniziativa è stata prevalentemente orientata ad assicurare risorse, a trasferire modelli, a spostare al Sud soggetti e processi di sviluppo in una logica strettamente quantitativa e con una sostanziale sottovalutazione dei soggetti, delle potenzialità, delle esperienze meridionali, considerate di fatto marginali”.

Inutile, quindi, insistere cercando di correggere e rilanciare l’azione sempre con la stessa premessa di tipo economico basata su un’offerta di risorse e non su un ascolto della domanda di cui la comunità locale è portatrice.

Borgomeo individua tre aree fondamentali per uscire dall’equivoco.

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Aziende e servizi: la sottile linea tra fundraising, responsabilita’ sociale e business

Aziende, servizi e fundraising

È di poche ore fa la notizia dell’accordo tra Vodafone e ATAC (azienda che gestisce trasporto pubblico e parcheggi a strisce blu a Roma), che porterà nelle casse di quest’ultima un milione di euro all’anno per i prossimi 3 anni.

Dalle notizie circolate su Internet pare che questi soldi serviranno al rifacimento della stazione della metropolitana Termini. In cambio Vodafone otterrà i cosiddetti naming rights. La stazione si tingerà di rosso e cambierà nome, chiamandosi Termini-Vodafone.

Mi sembra interessante parlare di questo caso poiché è stato richiamato un parallelismo con la sponsorizzazione del Colosseo da parte di Della Valle e perché mi pare che si faccia sempre più largo un bisogno o meglio una richiesta di fundraising da parte di soggetti profit.

Ma possiamo definire quest’operazione “un’azione di fundraising” oppure è solo un’operazione di marketing e di vendita di pubblicità?

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Fundraising e welfare: raccogli uno, dai tre

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A proposito di fundraising e welfare, voglio parlarvi di due casi esemplari.

L’Opera di S. Francesco per i poveri, fondata nel 1959 dai Frati Cappuccini a Milano, offre ai poveri assistenza gratuita e accoglienza. Oltre a soddisfare i bisogni primari e reali di persone in grave difficoltà offre loro ascolto e protezione.

Ebbene, da quattro anni ha deciso di raccontarsi pubblicando il suo bilancio sociale.

Dal bilancio emerge che lo scorso anno l’OSF ha erogato gratuitamente oltre un milione di prestazioni sociali con 27 mila utenti complessivi e 13 mila nuove persone accolte. Sono stati distribuiti 827 mila pasti nella mensa di Corso Concordia ad un ritmo di 2.600 al giorno (un terzo in più rispetto al 2008, quando i pasti serviti erano 623.000, sintomo di un inasprimento della crisi economica negli ultimi anni).

Oltre a questi dati, però, c’è un altro fattore importante: OSF è un modello di welfare ottimale. E vi spiego perché.

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