Come sempre quando c’è una catastrofe il nostro paese reagisce in modo straordinario per affrontare le emergenze, sotto tutti i punti di vista. Non altrettanto si può dire per la prevenzione che, più che slanci di cuore e solidarietà, richiede politiche, tempi lunghi e quindi un arido lavoro di ufficio. E questo in parte si riflette anche sulle raccolte di fondi che, come sempre in questi casi, si sono moltiplicate in poche ore in tutto il paese e ancora oggi sono al centro dell’attenzione di tutti.
Questo spirito solidaristico è estremamente positivo sia sul versante di chi organizza le raccolte fondi, sia su quello dei donatori, cosa che ci dovrebbe far riflettere sul reiterato rammarico che ci fa dire: “siamo un paese di insensibili e taccagni non donatori!”. Credo però che le esperienze di questi giorni debbano spingere la comunità dei fundraiser e delle organizzazioni a trarre qualche insegnamento per costruire, in futuro, sistemi sempre più moderni ed efficaci di raccolta fondi.
Ecco le mie modeste riflessioni in merito.
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