Il blog sarà ancora per lungo tempo lo snodo nevralgico della comunicazione on line. Lo dicono i numeri di WordPress, la piattaforma più completa per la gestione dei blog. Nel momento in cui scrivo quest’articolo i blog e i siti sviluppati con WordPress sono quasi 68 milioni in giro per il mondo (erano 67 milioni un mese fa e 62 milioni a marzo).
L’era del Web 2.0 non ha scalfito la diffusione dei blog, i quali, al contrario, hanno saputo integrarsi a pieno con le nuove possibilità offerte dai social network, potenziandole e donandogli significato.
Per questo una seria strategia di comunicazione on line non può prescindere dall’aprire un blog. Comunicare on line è utile e pressoché inevitabile visto che:
- le persone passano molte ore su Internet;
- i social network hanno spinto le persone sul Web;
- l’avvento del mobile ha portato ad un’ulteriore dilatazione del tempo speso on line;
- le persone su Internet si trovano in “modalità ricerca” (ossia alla ricerca di informazioni, immagini, documenti, prodotti da acquistare, cause da sostenere, relazioni da tessere);
- il commercio elettronico (e le varie forme di donazione on line) sono in crescita, come ricorda Massimo Coen Cagli.
Curare un blog per sé o per la propria organizzazione risponde all’esigenza di comunicare on line poiché il blog è lo strumento che meglio soddisfa i tre princìpi della comunicazione on line che ho presentato tempo fa sul BaleiaBlog. Il blog riesce a mettere contemporaneamente al centro contenuti e utenti. Svolge un lavoro di intermediazione certosino tra ciò che noi abbiamo da raccontare e il pubblico che vogliamo intercettare. Lo fa grazie alle sue caratteristiche, che aggiungono valore e lo differenziano dallo strumento più tradizionale del sito web in termini di tipo di interazione, di funzione, di valore in chiave SEO, di conoscenze tecniche necessarie alla gestione, di integrazione con il Web 2.0, di spazio, di freschezza e di aggiornamento dei contenuti.
I numeri sì sono importanti. Di più, però, lo sono le conversioni (in donazioni, partnership, forme di sostegno) provenienti dal Web; ancor di più lo sono le conversioni rapportate all’investimento fatto, poiché le risorse sono limitate per definizione. Avere migliaia di followers su Facebook, Twitter o Google+ serve a poco se non condividiamo i nostri contenuti e non raccontiamo il nostro lavoro: ciò è possibile solo con un blog curato che presenti contenuti di qualità e lo faccia in modo efficace. L’esperienza mi rende sempre più convinto del fatto che con contenuti di valore e ben presentati le conversioni crescono.
Blog: narrazione e credibilità
Concludendo, il blog riporta al centro la narrazione. Se avremo cura di aprire un blog e gestirlo con tutti gli accorgimenti per una massima qualità, la nostra organizzazione ne guadagnerà in credibilità e autorevolezza e sarà capace di attrarre l’interesse di quanti ruotano attorno al nostro campo di lavoro e alla nostra buona causa.
Spesso le organizzazioni non profit obiettano alle richieste dei loro responsabili comunicazione rispetto ai costi degli strumenti di comunicazione on line. Lo osservo quotidianamente e la cosa non è propriamente edificante: non vedo un grande futuro quando gli investimenti vengono considerati inutili costi. A maggior ragione quando l’investimento potrebbe essere strategico ed essere a basso costo ed efficace rispetto a forme di pubblicità più convenzionali. Ovviamente c’è bisogno di qualità, di capitale umano, di una strategia a medio e lungo periodo e di integrazione tra i canali di comunicazione che ogni organizzazione ha a disposizione.
Il 19 e 20 settembre 2013 terremo un corso di 2 giorni dedicato alla gestione dei blog e all’uso efficace dei social network: non mancate!
Potete seguire su Twitter Baleia @baleiaorg e la Scuola di Roma Fund-Raising.it @fundraisingroma. Buon lavoro!