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Festival del fundraising: conferme, novita’ ed una grande sorpresa

Quest’anno ho deciso di partecipare al Festival del Fundraising senza tenere workshop e sessioni. E sono veramente contento di averlo fatto. Ciò mi ha permesso di vivere il Festival in un altro modo: ascoltando, dialogando assorbendo. Eh sì! Perché quando si devono tenere interventi il tuo cervello spesso (non sempre) va in saturazione e diventa impermeabile agli stimoli esterni.

Il Festival del Fundraising resta un’iniziativa utile, piacevole e assolutamente consigliabile, anche dopo 5 anni e di questo ne va dato merito a Valerio Melandri e alla eccellente squadra che dirige l’evento.

Beh, ascoltando e dialogando mi sono fatto qualche idea di questo festival che vorrei condividere con i colleghi. Alcune positive e altre un poco più critiche ma nel senso del miglioramento possibile e non del giudizio.

1Ho notato un significativo (ma forse di più) ricambio del popolo partecipante il che vuol dire che il nostro mondo si ingrandisce e si rinnova. Questo ricambio ha messo anche in evidenza, più degli altri anni, che il mondo dei fundraisers è molto variegato ed eterogeneo. Mentre nei primi anni (ma non poteva essere che così) la sensazione è che fossimo una piccola cerchia di persone tendenzialmente simili e autoreferenziali adesso appare evidente che i fundraisers hanno cultura, provenienze organizzative, itinerari professionali molto diversi tra loro e che tutti, in modo paritario, stanno in questo mondo. Credo che questo non possa che far arricchire il nostro ambiente.

2Finalmente si è visto il mondo della cultura in qualche sessione (anche se ancora un po’ troppo tecnica e un po’ poco strategica. In Italia c’è bisogno di una strategia per la sostenibilità della cultura e non solo di buone proposte di sponsorizzazione) e soprattutto in un numero crescente di partecipanti consapevoli e contenti di fare fund raising per la cultura. Io e Marianna Martinoni (che è una pioniera del fund raising nella cultura) ne siamo veramente entusiasti!

3I contenuti dei seminari devo dire che mi hanno soddisfatto fino ad un certo punto. Non tanto gli argomenti che sono quelli giusti e in parte necessari (pianificazione, le tecniche, i casi, ecc..) ma perché ho sentito veramente poco di nuovo. Anche dai nostri colleghi degli altri paesi che pur apportando livelli professionali molto alti (il che non guasta) dal punto di vista delle idee per rispondere alle sfide che abbiamo davanti mi pare stiano nelle stesse nostre condizioni. Ecco direi che poche relazioni hanno avuto un impatto reale sulle sfide che abbiamo davanti: crisi economica, crisi degli strumenti tradizionali di fundraising, integrazione tra on line e off line e quant’altro. L’anno scorso noi della Scuola di Roma Fun-Raising.it abbiamo fatto per il Festival una survey sui grandi cambiamenti del fund raising. Credo che in quel materiale si poteva trarre qualche spunto innovativo in più per arricchire i contenuti e gli approcci ospitati nel Festival.

4Manca ancora del tutto la dimensione politica del fund raising. E forse è giusto così. Nel senso che non si può pretendere di fare tutto. Mi sembra che manchino i temi delle politiche di fund raising, mancano i luoghi in cui confrontarsi davvero con i nostri interlocutori e sapere da loro cosa si aspettano dal fund raising.

Insomma, resto dell’idea che per fare bene fund raising bisogna anche e soprattutto capire come cambia il mondo e utilizzare concetti e pensieri di altre discipline che possano aiutarci a scoprire il nuovo e rispondere a questioni quali: come cambiano gli individui, il loro modo di vedere il non profit e il fund raising e di rapportarsi al marketing. E ancora: gli ambiti in cui il fund raising deve ancora affermarsi pienamente come i servizi pubblici, la cultura e l’arte, la creazione di impresa sociale, e quelli dove invece deve rinnovarsi rapidamente come l’aiuto umanitario, la ricerca medica, l’assistenza.

5Un ruolo in questo senso lo hanno avuto i due forum con le aziende e con le fondazioni. O almeno il secondo al quale ho partecipato. Il primo non lo so. Il forum e il suo formato mi sono piaciuti molto ed è stata la cosa migliore alla quale ho partecipato. Però questo dialogo tra noi e le fondazioni lo si è dovuto cavare un po’con le pinze (è questo l’unico intervento, durante il forum, che ho fatto al festival) cercando di andare oltre il comunque utile gioco delle parti che ci ha fatto ricevere notazioni e giudizi da parte dei dirigenti delle fondazioni e di conoscere meglio il loro punto di vista. Ma era il caso forse di chiedere anche noi alle fondazioni come intendono migliorare la capacità di relazione con noi del fund raising e del non profit e come la pensano sui grandi temi: necessità di investire sullo sviluppo del non profit e non solo di finanziare progetti, come affrontare il tema della cultura che vede sempre di più ridursi i finanziamenti, le strategie per lo sviluppo della filantropia di comunità, ecc…

6I tempi sono quelli giusti: un buon miscuglio di lavoro, relazioni, relax. L’unica cosa è che la seconda giornata nell’ultima parte è stata troppo serrata e molti hanno ceduto alla fatica, disertando nelle ultime due fasce pomeridiane molte sessioni, mettendo in imbarazzo diversi relatori, soprattutto dei casi… Peccato perché ho sentito casi piuttosto interessanti.

7Da un punto di vista contenutistico questo è stato il festival della pianificazione e progettazione strategica. Tuttavia, al di là delle intenzioni dei relatori, mi sembra che siamo ancora molto ancorati ad un approccio matematico-modulistico, molto razionalista ancora molto blindato su un’automatica applicazione della SWOT e di altri strumenti analitico-valutativi. Io vengo da quell’approccio per cui non me la sento di fare una critica radicale a questo tipo di risposte metodologiche. Tuttavia la realtà sociale e quindi dei progetti e delle iniziative sociali, la realtà organizzativa e quella culturale stanno diventando di una complessità inimmaginabile fino a pochi anni fa e un approccio ingegneristico alla pianificazione credo che mostri tutti i suoi limiti innanzitutto dal punto di vista teorico che rimane ancorato ad una letteratura scientifica che ormai ha più di 20 anni. Credo che ci debba essere uno sforzo nel sentire “nuove campane” o creare spazi di confronto tra gli esperti per creare strumenti e metodiche più realistiche ed efficaci. Tra i tanti strumenti e approcci presentati mi sembra che quello di Contucci sia il più pratico e realistico di tutti: molto interessante.

Fundraising Award: che emozione!

Ma la cosa più bella che ho vissuto è stata la testimonianza di Marco Panzetti, vincitore del Fundraising Award.

Il premio per il miglior fundraiser è un’ottima idea anche se il metodo di condurre l’iter di proposta, valutazione, proclamazione andrebbe a mio avviso migliorato. Tuttavia è stato premiato un fundraiser eccezionale soprattutto perchè è veramente il prototipo (almeno per il mio avviso) del fundraiser italiano.

Ascoltando il suo discorso durante la premiazione mi sono veramente commosso. Perché in 30 anni di professione e di battaglie associative io ho avuto sempre nel cuore questo tipo di fundraiser che reputo profondamente italiano, per storia, cultura, approccio sociale e relazionale.

Nel suo discorso ha detto: “Questo premio mi ha fatto prendere consapevolezza che da 30 anni faccio fundraising, mentre io non lo sapevo“. Sentendo poi la sua esperienza, abbiamo avuto tutti modo di capire che lui in 30 anni lo ha fatto e come il fund raising!

Per cui, sta a noi e sta soprattutto all’Assif, che lo ha premiato, essere in grado di far entrare nel nostro ambiente i tanti Marco Panzetti che ogni giorno raccolgono risorse per sostenere le cause sociali e quindi per rendere ancora possibile il nostro welfare sociale. E questo la dice lunga sulla necessità, raccolta nel regolamento dell’Associazione, di aprire le porte e accogliere tutti coloro che fino ad oggi non si sono riconosciuti in quest’area professionale.

Certamente il tempo porterà maggiore consiglio e quindi saremo di nuovo pronti a rinnovare e rilanciare quest’importante iniziativa. Al 2013!