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Email fundraising “pret a porter”

Spesso quando si parla di fund raising sul Web si pensa subito alla necessità di dominare con avanzate tecnologie un mezzo di comunicazione e relazione potente quanto misterioso. Insomma un mondo fatto per gli “smanettoni” (termine tecnico romano di alto profilo!) e gli informatici di professione, in cui i comuni mortali vengono per lo più guidati a percorrere le vie di Internet affinché portino soldi.

In parte è vero. Come in tutte le cose, poca professionalità e tecnologia portano scarsi risultati. Ma è vero anche che senza strategia e senza passione le tecnologie da sole fanno poco. A volte quindi è opportuno muovere i primi passi usando passione e strategia.

Ed ecco un esempio di un uso del Web  tanto intelligente quanto semplice applicato alla raccolta fondi.

L’altro giorno mi arriva un’email di una carissima amica  che si rivolgeva a più conoscenti per pubblicizzare un evento di raccolta fondi per l’Associazione Alba.  Si tratta di un’associazione che fa raccolta fondi che dichiara però di non avere una struttura di fund raising (segno che fund raising lo possono fare proprio tutti già a partire da un uso sensato della propria intelligenza)

Email fundraising

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E-mail marketing e fundraising: ognuno ha l’e-mail che si merita!

email-marketing-fundraising

E-mail marketing e newsletter sono strumenti irrinunciabili per chiunque comunichi con l’esterno.

C’è chi le preferisce colorate e ricche di effetti speciali, chi si limita ad inserire del testo e qualche immagine rappresentativa e chi si vuole spingere oltre includendo dei video. Ognuno fa la sua scelta tenendo presente il target, il prodotto che vuole veicolare, le proprie capacità interne e l’uso di piattaforme d’invio e-mail più o meno performanti. Tuttavia la sostanza non cambia: tutti si occupano di e-mail marketing!

Nel sempre più variegato mondo della raccolta fondi diventa indispensabile dotarsi di conoscenze per gestire al meglio campagne e-mail. Una campagna d’acquisizione e-mail ha bisogno di una buona profilazione e di una oculata scelta delle liste da contattare; una campagna e-mail verso i propri donatori, però, si deve necessariamente basare sull’esperienza. A volte i risultati non sono così soddisfacenti perché non si è a conoscenza di cosa non si dovrebbe mai fare quando si invia un’e-mail. Esempi classici sono, ad esempio, non avere una lista aggiornata o tralasciare qualsiasi richiesta di call to action.

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Raccolta fondi: che fine fara’ se la solidarieta’ e’ virtuale?

fundraising virtuale

Qualche giorno fa su Facebook una mia amica mi ha spedito un messaggio che recitava più o meno così:

“Ciao a tutte. Senza rispondere a questo messaggio mettete un cuore sulla vostra bacheca senza commento. Solo un cuore. Poi inviate questo messaggio a tutte le vostre amiche. Solo alle donne. E postate un cuore sulla bacheca della persona che vi ha inviato questo messaggio. Se qualcuno vi chiede perché avete tanti cuori in bacheca, non rispondete. Questo è solo per le donne, perché è la settimana per la ricerca sul cancro al seno: un piccolo gesto di solidarietà femminile. Grazie”.

A quel punto su Internet mi sono messa a cercare notizie sulla settimana per la ricerca sul cancro al seno pensando: “Forse mi è sfuggita”. Sono andata sui siti delle principali organizzazioni che si occupano del tema e non ho trovato nulla.

Ho pensato allora che questa fosse una campagna puramente simbolica senza nessun legame con una “azione”, fosse anche una raccolta di fondi.

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