Post con Tag ‘tecniche e strategie di fundraising’

Online o offline, e’ la comunita’ che fa la differenza: 4 lezioni da 3 esperienze di fundraising

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Chi mi conosce sa che ho il pallino per questo tema della comunità e del ruolo fondamentale che riveste per il fundraising.

Sono spinto a riprenderlo con forza da tre casi (o meglio fenomeni), che mi sono capitati sotto gli occhi nell’arco di pochi giorni occupandomi di fundraising per gli archivi: tre campagne tecnicamente diverse (tesseramento, contatto diretto, crowdfunding) ma che mettono in evidenza come il fattore “comunità” sia stato il traino del loro successo.

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Raccolte pubbliche di fondi: tutto quello che devi sapere

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Il periodo di Natale, sempre più vicino, è l’occasione per molte organizzazioni non profit per dare vita a campagne di raccolta fondi, una delle tecniche di fundraising più utilizzate.

Con questo articolo si vuole offrire un piccolo contributo, affrontando alcune problematiche che caratterizzano tali attività dal punto di vista normativo, sia in termini fiscali sia in termini di adempimenti contabili.

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5 per mille: come costruire uno spot di successo a costo zero?

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Siamo spesso portati a pensare che per costruire una campagna 5 per mille di successo dobbiamo spendere e spendere tanto.

Non è sempre così. A volte nelle nostre organizzazioni ci sono già tutte le risorse necessarie, i contenuti, le parole-chiave che possono essere utilizzati per far leva sul nostro “popolo”. A volte è soltanto necessario identificarli con chiarezza, metterli in ordine e farli venir fuori, utilizzando il proprio linguaggio con coerenza, motivazione e strategia.

Oggi voglio concentrarmi su un caso specifico di consulenza che stiamo seguendo da circa 7 mesi con la Scuola di Roma Fund-Raising.it, il caso dell’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia.

Unpli è una realtà bella ma complessa. È guidata, con saggezza, costanza e competenze, dal Presidente Claudio Nardocci, dalla Segreteria Nazionale e dagli organi centrali, che fanno da punto di raccordo fra la dimensione nazionale e la dimensione locale, una rete di 6.000 associazioni fortemente radicate sul territorio e nelle comunità di appartenenza, con oltre 600.000 soci e volontari.

Insieme, abbiamo iniziato a lavorare partendo proprio dalla loro identità e dalla loro capacità di coesione rispettosa delle differenze e delle diverse anime del movimento. L’obiettivo? Far emergere i valori comuni e arrivare all’elaborazione di una strategia di campagna nazionale di comunicazione, che potesse diventare largamente condivisa e nella quale le singole pro loco potessero riconoscersi.

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Sushi, fundraising e responsabilita’

Giovanni Soldini posa con un mako per la campagna Fishlove (foto di Alan Gelati non riproducibile e di proprietà della campanga Fishlove)

Vaste porzioni di oceano sono piene di plastica. Esistono ancora paesi che autorizzano la caccia alle balene. Grandi navi solcano i mari remoti per prelevare interi banchi di pesce in modo scientifico, assottigliando così le risorse ittiche e minacciando la sopravvivenza di molte specie.

Non voglio però convincervi della bellezza e dell’importanza del mare. Non ne sarei capace, non ne avrei le competenze e magari non c’è neanche bisogno che ve lo dica io. Voglio semplicemente raccontarvi una campagna di sensibilizzazione molto originale, che può servire come spunto anche per le vostre organizzazioni (e non è necessario vi occupiate di ambiente marino).

Si chiama Fishlove, nasce nel Regno Unito e si propone di accrescere la consapevolezza della necessità di conservare gli oceani e tutelare la vita marina. Appena l’ho vista, mi ha colpito per la sua creatività e per l’efficacia con cui riesce a veicolare il messaggio. Del resto, se così non fosse, non starei qui a descriverla.

Obiettivo della campagna è allertare la società dei rischi della pesca intensiva, pratica distruttiva per l’ambiente. Come raggiungere l’obiettivo? Semplice: attirando l’attenzione. Il dilemma che tanti comunicatori, esperti di marketing, consulenti e guru devono affrontare tutte le mattine all’alzarsi dal letto è sempre lo stesso: come posso catturare l’attenzione del pubblico e aumentare la platea di chi conosce attività e valori dell’organizzazione che seguo? Come far sì che più persone intervengano per aiutarla?

Occorre far centro e farlo in modo chiaro e il più diretto possibile.

Cosa si sono inventati allora quelli di Fishlove?

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Tutti per il fundraising. Il fundraising per tutti

Campagna #fuorileliste

E due! Anche quest’anno la campagna #fuorileliste ha raggiunto il suo obiettivo centrale: ottenere l’immediata pubblicazione delle liste delle organizzazioni beneficiarie del 5 per 1000 con i relativi importi.

Perché ha funzionato? Per tre semplici motivi.

1Perché è stata realizzata da un insieme eterogeneo di persone (migliaia) e organizzazioni (centinaia) che non si sono fatte problemi di schieramenti, opportunità, alleanze o competizioni e si sono mosse solo ed unicamente per ottenere un obiettivo specifico largamente condivisibile e realistico. Insomma una campagna in stile “crowd” (folla).

2Perché è stata ferma ed educata, senza il ricorso a sensazionalismi, denunce, polemiche, dietrologie né tanto meno volgarità. La quieta ragione di chi ha ragione, insomma.

3Perché è stata promossa da professionisti con un senso di responsabilità sociale circa la professione che svolgono: il fundraising. Si sarebbe potuto chiedere di farla alle organizzazioni di rappresentanza del settore. Si sarebbe potuto farla attraverso dichiarazioni stampa di personalità politiche, culturali, ecc… Si sarebbe potuto chiedere ai rappresentanti al parlamento più sensibili. In passato lo si è fatto e non c’è niente di male. Ma prendiamo atto che l’unica volta che ha funzionato è perché si sono mossi coloro che stanno in prima fila sul fronte della sostenibilità economica delle organizzazioni.

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