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Cambio vita: divento consulente in fundraising

consulenza fundraising

Era una notte buia e tempestosa… No, non sto tentando di scrivere un romanzo.

Voglio parlarvi di me, della mia esperienza personale.

A chi non è capitato un periodo in cui si vorrebbe rivoluzionare ogni angolo della propria vita, buttare all’aria e ricostruire tutto. A me è successo. E succede spesso. Ma si sa: sono dei gemelli…

Nel 2006 il mio lavoro principale era quello di traduttrice per una famosa organizzazione sanitaria internazionale. Traducendo i loro progetti, così precisi in ogni singolo dettaglio e azione, ho capito che volevo dare una struttura all’esperienza fatta nel volontariato. Insomma volevo dare una sferzata al mio lavoro. A quarant’anni.

Così mi sono iscritta ad un Master in Project Management per le Ong e le Onp. Il master prevedeva uno stage alla fine. Ora capite bene che, a quarant’anni, non potevo permettermi di fare uno stage in cui fare fotocopie e che soprattutto non potenziasse le mie capacità professionali. Per cui cominciai a selezionare attentamente le possibili opzioni.

Una sera una mia amica mi parlò molto bene di un certo Coen Cagli, uno dei nostri professori del Master, esattamente professore di fundraising strategico. Coen Cagli? Ah sì, quello altissimo: la sua lezione era stata una tra le più interessanti. La più interessante.

Proprio quello che ci voleva. Il giorno dopo parlai immediatamente con la mia tutor sottolineando che la mia intenzione era fare il mio tirocinio da Coen Cagli. Insomma, volli, volli, fortissimamente volli.

Infatti, il 7 gennaio del 2008 iniziai il mio stage presso Fund-raising.it. Appena ho visto Barbara Bagli mi è sembrato di conoscerla da sempre.

Sono stati mesi intensi, pieni di cose da imparare. Nonostante da sette anni mi occupassi di raccolta fondi nel Comitato per il Telefono Azzurro, non c’era giorno in cui a Fund-raising.it non scoprissi quanto avremmo potuto fare se solo avessimo avuto una solida strategia di fundraising.

Non passava giorno in cui non ascoltassi, rapita, Coen Cagli. La sua esperienza per me è stata fondamentale. Ogni giorno imparavo qualcosa di nuovo. E a quarant’anni non è così scontato che accada. Sono stati mesi nutrienti, sia per la mia formazione che per la mia anima.

La mia prima consulenza è stata per un’organizzazione non profit molto piccola formata da donne tostissime che portavano avanti un progetto d’integrazione per i disabili attraverso le danze popolari internazionali. La prima di tante esperienze che mi ha permesso di conoscere gente veramente in gamba che ha ancora il fuoco sacro della passione e che vuole cambiare il mondo. Fosse solo anche il quartiere.

Si incontrano persone diverse, missioni diverse, situazioni diverse facendo consulenza nel non profit. E non sei solo tu che lavori per migliorare il loro fundraising. Sono anche loro che migliorano te. Un esempio tra tutti: ho lavorato con un’associazione che si occupa di autismo. Persone fantastiche, seri professionisti del settore. Quando parlo di loro, li definisco “i veri fundraiser”. Sì perché occuparsi di fundraising significa anche avere un impatto sulla realtà esterna e se possibile cambiarla. Essi l’hanno fatto su di me visto che arrivai da loro piena di stereotipi sull’autismo e ne uscii in modo completamente diverso.

Sono passati sei anni.

Tra una settimana ci sarà la Masterclass per diventare consulente in fundraising. Serve a iniziare questo lavoro che è bellissimo ma anche tosto. Non sapete quanto vorrei essere tra loro, è sempre eccitante e stimolante iniziare una nuova avventura.

E io ricomincerei anche domani.