L’altro giorno, leggendo la sezione Buone Notizie del Corriere della Sera, mi sono soffermata su una notizia in particolare.
Prato, la città tessile simbolo dei distretti industriali feriti dalla crisi economica mondiale, lancia il primo esperimento di “Welfare di Distretto” in Italia.
In cosa consiste? Migliaia di piccole aziende dello storico distretto pratese godranno di tutti quei benefici che fino ad ora erano riservati solo ai dipendenti delle grandi aziende.
Come è possibile? Basta trattare il distretto come un’unica grande azienda, con un bacino di 10.000 dipendenti, numeri necessari per un welfare su larga scala. Dotando le piccole imprese di una piattaforma comune per la gestione del welfare. Vantaggi quali visite dal dentista o dal medico, rimborsi per i testi scolastici, rette dell’asilo nido o dell’università, a cui avranno accesso i dipendenti delle piccole e medie aziende, si aggiungeranno ad un’incremento del loro potere di acquisto equivalente ad un risparmio di circa un mensile del salario annuo.
Ora, immaginate lo stesso concetto riportato al non profit. Un distretto di piccole associazioni operanti nel settore della cultura, della disabilità o dell’infanzia, unite insieme per promuovere un impatto maggiore sui propri beneficiari e incrementare il loro potere d’azione.
Buon Primo Maggio a tutti!