Non sempre le possibilità di investimento di un’organizzazione permettono di pensare (e realizzare) strategie che abbracciano tutti i mercati della raccolta fondi.
Esistono blocchi imposti dalle capacità economiche che vanno presi per forza in considerazione, ma questo non esclude assolutamente che si possa in ogni caso “mettere in atto un buon fundraising”.
Gli strumenti gratuiti già esistenti conditi da una buona creatività interna possono permettere all’organizzazione di avere successo e costruirsi una sostenibilità futura. Penso al Web con le sue numerose forme, al capitale sociale e al 5 per 1000.
Vediamoli con ordine.
Il Web fundraising
Qui sul BlogFundraising ho spesso sottolineato l’importanza che il Web sta acquisendo ogni giorno di più per il fundraising. Se le organizzazioni iniziassero ad usare con coscienza il sito, i social media e l’email marketing potrebbero comunicare in modo completo e ad un pubblico principalmente giovane la propria causa sociale e le molteplici possibilità di contributo e donazione.
Mi riferisco in particolar modo al cyberattivismo, alle donazioni on line, alla promozione degli eventi e alla sensibilizazzione dell’opinione pubblica.
Per farvi un esempio pratico, l’immagine che vedete all’inizio di quest’articolo è stata pensata da Terra Onlus e condivisa ampiamente sui social network, riscuotendo un discreto successo (sulla pagina Facebook dell’organizzazione ne trovate molte altre e altrettanto particolari).
Con la sua genialità creativa l’immagine sottolinea il bisogno del contributo dei potenziali donatori per garantire sostenibilità a Terra Onlus.
Non vi credo se mi dite che non disponete nemmeno di un foglio bianco e un pennarellone nero!
Per capire come sfruttare al massimo il Web nel fundraising (e per non dilungarmi troppo) vi consiglio i miei post precedenti (e quelli futuri: prometto che ne scriverò altri, restate sintonizzati).
Il capitale sociale
Ognuno di noi ha una rubrica del telefono piena di contatti e tra questi, scorrendola più volte, vi assicuro che troverete: grafici, commercialisti, creativi, PR, banchieri, avvocati e chi più ne ha più ne metta. Moltiplicate quest’operazione per tutti coloro che hanno intrapreso questa strada insieme a voi e verrà fuori un bacino di possibilità veramente esteso.
La difficoltà ora è “avere la faccia” per coinvolgerli, ma se noi per primi non siamo convinti di cosa stiamo proponendo, perché facciamo i fundraiser? Era meglio prendere la strada per diventare eremiti.
In poche parole? Prendete in mano i vostri telefoni!
Il 5 per 1000
Ho scelto di inserire quest’occasione nel “low cost fundraising” perché, nonostante sia uno strumento poco fidelizzante ed estremamente lento, una volta messo a sistema permette comunque alle associazioni di avere una buona liquidità. Ne conosciamo tutti le modalità burocratiche, ma lo sfruttiamo tutti al meglio? Scorrendo gli elenchi dei risultati del 5 per 1000 relativi al 2012, ho visto pagine e pagine di organizzazioni con 0, 1 e 2 preferenze espresse. Che spreco è?
Al donatore non costa nulla, per noi conta tantissimo.
Conclusioni
Se non abbiamo in bilancio le risorse per fare una massiva campagna di comunicazione, rifacciamoci ai punti primo e secondo di questo’articolo e ricominciamo a fare un po’ di cassa.
Fare fundraising con poco budget è il pane quotidiano di molti di noi: vi è mai capitato? Come avete reagito? Raccontateci la vostra esperienza! E come sempre, grazie per aver letto e seguiteci su Twitter @fundraisingroma!