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Amico del Polo del ‘900: un nuovo modo di sostenere la cultura

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La Scuola di Roma Fund-Raising.it ha avuto modo di assistere il neonato Polo del ‘900 nel dar vita ad un sistema di fundraising che contribuisca in modo sostanziale a sostenere le sue attività e quelle degli istituti culturali (19 ad oggi) che hanno deciso di fare sistema insieme a Compagnia di San Paolo, Comune e Regione per dare a Torino e a tutto il mondo una nuova interessantissima offerta sulla storia e la cultura del Novecento.

È un’esperienza estremamente interessante, oltre che sotto il profilo professionale, anche sotto quello sociale in quanto ci ha spinto a sperimentare (come in un test) l’orientamento e la propensione del cosiddetto “pubblico” ad essere parte attiva nel sostenere un’istituzione culturale.

Ecco in poche parole di cosa si è trattato:

La risposta del cosiddetto pubblico è stata (pur evitando trionfalismi fuori di luogo) estremamente significativa. Nella sola giornata di inaugurazione circa 300 cittadini hanno manifestato la voglia di sostenere il Polo, facendo già una prima donazione e aderendo così al futuro programma di membership che accompagnerà la vita del Polo del ‘900 a partire dalle prossime settimane.

Eccoli in fila per fare la donazione:

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Quali i motivi che possono aver spinto i cittadini a rispondere positivamente? Proviamo a metterli in fila.

Il messaggio

Si è puntato su un messaggio poco retorico e molto sociale e politico, anche in relazione al tipo di pubblico e ai contenuti specifici dell’iniziativa.

È stato un rischio, ma calcolato. A volte è più facile abbandonarsi all’ormai desueta immagine del mecenatismo della cultura oppure far presente che la crisi economica non permette agli enti pubblici di finanziare tutto e quindi ”…adesso tocca voi privati…”. Questo però avrebbe relegato i donatori ad un ruolo definitivamente terzo rispetto ai progetti culturali: spettatori, fruitori, sostenitori, ma mai titolari di qualcosa.

Invece si è fatto leva sul concetto (antico, nel senso del ‘900, ma quanto mai attuale) del bene comune. Il Polo del ‘900 come un bene della comunità, di cui la comunità si appropria attraverso l’assunzione di una responsabilità circa la sua sostenibilità. Insomma un esame per capire quanto appeal abbia oggi il tema del fundraising per il welfare.

Guarda il video di presentazione della campagna:

Lo scambio

Semplice ma molto significativo: un magnete che celebra l’identità comune tra il Polo del ‘900 e il donatore, sottolineando il fatto che facciamo parte di un’unica cosa. E poi la splendida 500 (quella originale!) del Polo, un simbolo del Novecento estremamente carico di significati e di emozioni per ciascun individuo. I donatori hanno potuto fare una foto in questa automobile miracolosa e comunicare al mondo il loro senso di appartenenza (anche per sfruttare al meglio i canali “social”).

Infine la parte più promozionale: i “coraggiosi primi donatori” sono stati premiati con il diritto di essere membri del Polo e di fruire di tutti i vantaggi per il primo anno, senza altra donazione o sottoscrizione. Anche solo con 1 euro. In prospettiva i donatori rilevanti (major donors), in cambio del loro sostegno, otterranno non solo vantaggi esclusivi ma soprattutto la possibilità di integrarsi con proprie competenze e punti di vista qualificati nei progetti di ricerca e studio finanziati con la loro donazione.

Ecco la testimonianza dell’amicizia di cittadini più o meno famosi immortalati vicino alla 500 del Polo del ‘900.

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Guardale tutte qui:

La modalità tecnica

Fondamentale è stata la scelta di posizionare una postazione DonaChiaro per ricevere le donazioni. Rende tutto più friendly, evita il passaggio dei soldi di mano in mano (che dà sempre l’idea della carità), comunica con il donatore mentre effettua il versamento, conferisce il crisma della formalità e della tracciabilità, ripercorre un gesto abitudinario che tutti hanno già fatto: acquistare un biglietto del tram, le sigarette o un ticket sanitario. A tutti è stato scelto di chiedere, insieme alla donazione, parecchi dati anagrafici. Era rischioso: ma lo hanno fatto tutti! E senza nessun problema. Segno che forse, quando c’è di mezzo una causa fortemente condivisa, non ci sono limiti ad approfondire il contatto.

L’équipe di fundraising

Infine, ma forse è una delle cose più importanti, c’è lo staff di fundraising.

Compagnia di San Paolo ha chiesto alla Scuola di Roma Fund-Raising.it di far nascere e guidare un “tavolo del fundraising” composto da operatori provenienti dagli istituti culturali che hanno co-progettato il Polo del ‘900 stesso e dalla Fondazione. Nessun esperto (all’inizio) di fundraising, ma tutti con grandi competenze e capacità organizzative, culturali, relazionali e una carica di passione che è andata ben oltre ogni mia più rosea aspettativa (e dire che sono un ottimista di natura!).

Sono stati talmente bravi che vanno nominati tutti: Matteo D’Ambrosio, Flavio Febbraro, Chiara Cavallarin, Claudia Bianco, Ezio Dema, Catia Cottone, Serena Nicolasi, Luigi Viacelli, Donatella Sasso ai quali si sono aggiunti, durante l’inaugurazione, Paola Sabbione e Laura Marasso (della Regione Piemonte).

Quali sono stati gli elementi vincenti? Tanti: flessibilità, capacità multitasking fuori dall’ordinario, competenze specifiche in comunicazione, organizzazione, progettazione culturale, scrittura, una vera propensione al lavoro di gruppo, l’abitudine ad operare in contesti in forte evoluzione (con tutti i rischi che questo comporta), rapidità ed efficacia nel fare le cose. Questo ha permesso di superare alcune ristrettezze di budget e alcuni vincoli (terribili) di tempo che avrebbero potuto bloccare qualunque ufficio di fundraising. A loro si sono aggiunte persone di altri tavoli di lavoro (comunicazione, valorizzazione delle attività culturali) di alcuni fornitori e partner (l’agenzia di comunicazione Sec e associati, Fondazione Fitzcarraldo) i volontari che si sono offerti di aiutare nell’organizzazione dell’inaugurazione, tra i quali va menzionato il fotografo della 500: Bottega Fotografica. Infine è risultato vincente il costante contatto e interazione con il responsabile generale del progetto Polo del ‘900, Sandra Aloia e con Andrea Fabris (referente per la Compagnia del filone fundraising) e con Benedetta Vitale (sponsor), Francesca Contini (Comunicazione) e Cinzia Sigot (Sec e associati), che ha permesso di integrare tutto in tempo reale e verificare la coerenza e la compatibilità delle azioni di fundraising con gli altri aspetti del Progetto.

Bene. Tutto ciò non è un traguardo ma – senza retorica – un punto di partenza. Ciò vuol dire che senza continuità del lavoro di fundraising questi fatti potrebbero non produrre nulla. Per cui, “coraggio Polo del ‘900, andiamo avanti su questa strada e diamo una buona notizia al Paese: c’è un nuovo modo di finanziare (e concepire) offerte culturali innovative!”. Ma la vera sfida sarà quella di presentare, da oggi in poi, il Polo anche come una grande impresa di fundraising di comunità.

Come dire: “No money? No Mission!”