Testo

Post con Tag ‘assif’

L’uso dei bambini nelle campagne di raccolta fondi

Mappa AfricaA pagina 44 del numero 1.240 del Venerdì di Repubblica, uscito prima di Natale, Pietro Veronese ha lanciato un appello contro un uso un po’ troppo strumentale dei bambini africani per attirare l’attenzione sulle campagne di raccolta di fondi il cui significativo titolo è “È Natale: giù le mani dai bambini africani”.

L’articolo accusa le Ong (ma in generale le organizzazioni non profit) di usare i bambini africani o di altri paesi come richiamo pubblicitario forte al fine di ottenere l’attenzione dei donatori. Una sorta di “sfruttamento” di immagine ma anche di identità (a danno della loro dignità), che passa facilmente sotto silenzio perché posto sotto il cappello della beneficenza.

L’articolo termina invocando una sorta di authority che permetta di arginare e respingere questo fenomeno abbastanza pericoloso.

Su questo articolo credo che molte organizzazioni potrebbero ribattere dimostrando un reale impegno per i bambini africani. Ma come successo per il caso dei dialogatori malpagati e formati ad hoc per “estorcere” donazioni a tutti i costi (vedi discussione sull’articolo della scorsa settimana del nostro blog), anche in questo caso il problema non è tanto nel singolo caso (magari di malcostume) ma nell’immagine complessiva che si sta dando del fund raising e del non profit.

Leggi subito

Vu cumpra’ un’adozione a distanza?

Giovani, dialogo diretto e fundraising commercialeFrancesco Fortinguerra (che ringrazio) mi ha fatto scoprire, attraverso una segnalazione su Facebook, questo articolo di cronaca sul quale credo sia necessario dire qualcosa.

E dirlo fuori dai denti e in modo politicamente scorretto.

L’articolo è apparso su La Repubblica, edizione di Milano, del 19 dicembre 2011 e lo si può leggere qui.

Si tratta della storia di uno dei tanti precari ingaggiati da società di marketing (spesso tramite agenzie interinali) oppure, in alcuni casi, arruolati anche direttamente da alcune organizzazioni non profit per “vendere” (ma che ce le metto a fare le virgolette!?) adozioni a distanza, donazioni pianificate e quant’altro ci si riesce ad inventare per “agguantare la preda” e “vendergli una adozione”.

Vi invito a leggerla questa storia. Il caso trattato riguarda la Ong World Vision e la sua campagna di adozioni gestita da una grande multinazionale del field marketing. È una storia raccontata dal punto di vista di un giovane che cerca lavoro dequalificato pur avendo qualifiche da spendere meglio. Non parla della ONG, della sua causa e dei suoi progetti. Ma credo che tra le righe si possa leggere molto della filosofia di fund raising che alcune organizzazioni con una cultura commerciale un po’ spinta stanno adottando in modo massiccio.

Leggi subito

L’Associazione Italiana Fundraiser incontra l’Europa

Giovedì 10 e venerdì 11 novembre 2011 ho partecipato all’EFA Skillshare a Vienna. L’EFA è la European Fundraising Association, il network che raccoglie  le Associazioni di Fundraiser Europee. Attualmente sono rappresentate 18 associazioni di 16 paesi, nel dettaglio Austria, paese padrone di casa in questo EFA Skillshare, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Olanda, Norvegia, Polonia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ucraina e Regno Unito.

L’organizzazione promuove il lavoro delle organizzazioni non profit e la filantropia stimolando la creazione e la sostenibilità delle associazioni nazionali di fundraiser e della pratica del fundraising. Inoltre funziona da voce collettiva per il settore del fundraising.

Giovedì si è svolta l’Assemblea Generale Annuale, in cui sono state presentate le strategie di EFA per il periodo 2011-2015. Le strategie si articoleranno sulle seguenti aree:

  • Studi di mercato;
  • Fundraising etico e autoregolamentazione;
  • Certificazioni EFA e formazione;
  • Supporto alle associazioni nazionali esistenti;
  • Supporto alla nascita di nuove associazioni nazionali;
  • Lobbying e rappresentazione a livello europeo;
  • Partnership strategiche/Sponsor/Fundraising a favore di EFA.
Leggi subito

Fund raising senza valore aggiunto. Necessario, forse, ma non per forza giusto.

Raccolta fondi per la benzina della polizia

Fino a qualche anno fa l’accoppiamento fra fundraising e Polizia di stato non era  immaginabile e, a ben pensare, nemmeno tra raccolta fondi e scuola, riparazione delle strade, sanità e tanti altri servizi che fanno parte del nostro buon vecchio welfare state.

Ormai l’uso del fund raising da parte di pezzi disastrati del welfare state è stato ampiamente sdoganato. E questo è un fatto buono perché prima o poi il fund raising andrà integrato nelle strategie economiche del welfare. Certo in tutt’altro modo rispetto a quello che si sta usando adesso.

È il caso, tra i tanti, della raccolta fondi per comprare la benzina necessaria a far marciare le volanti della polizia. Il caso del sindacato di polizia di Genova è solo uno ma ve ne sono molti altri in rete.

Che sia un caso di fund raising, non c’è dubbio. Che sia atipico, anche.
Leggi subito

ASSIF: Identikit del fundraiser italiano. Apriamo il dibattito

Sono stati pubblicati i dati dell’indagine effettuata dall’ASSIF e volta a raccogliere indicazioni e informazioni utili a costruire la nuova ASSIF.

Mi sembra che il dato più rilevante dell’indagine sia quello relativo alla tipologia dei rispondenti: più dell’80% non è socio ASSIF.

Il che vuol dire tre cose evidenti:

  • la scarsa rappresentanza di ASSIF fino ad oggi;
  • una differente attenzione alla dimensione associativa professionale da parte della vecchia generazione di soci rispetto a quella (speriamo) futura;
  • la grande voglia di fare riferimento ad una struttura associativa (altrimenti 320 fundraiser non avrebbero risposto all’indagine di ASSIF).

La terza è una grande buona notizia e rappresenta anche la misura della sfida che la nuova ASSIF dovrà sostenere per adeguarsi al nuovo contesto del fundraising italiano.

Leggi subito