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Fundraising di comunita’: tutta un’altra musica!

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La scorsa domenica ho assistito al concerto di Leonard Cohen a Roma. È stato un evento commovente per la bellezza della musica e indimenticabile per l’armonia della band, composta da professionisti in cui nessun suono predominava sugli altri (voce solista, voci corali, strumenti).

Istintivamente ho pensato che il fundraising di comunità, in cui si “adotta” un progetto sociale, è come suonare insieme e creare armonie nel territorio.

È bello suonare insieme ma quanto è impegnativo raggiungere l’armonia!

Faccio riferimento all’esperienza comunitaria che sto vivendo direttamente quale Responsabile del Fundraising della Cooperativa Sociale Cecilia Onlus di Roma con il progetto Casa del Sole (casa famiglia per quattro ragazzi disabili gravi). Creare una casa famiglia per ragazzi disabili è uno degli obiettivi principali di Cecilia Onlus, perché consapevole della domanda che con angoscia molti genitori si pongono: “Dopo di noi chi si occuperà dei nostri figli?”

Il percorso verso la Casa del Sole, risposta al “dopo di noi”

L’incontro con due famiglie, che con passione e amore desiderano assicurare ai loro figli, Jacopo e Daniele, un futuro di crescita sereno, è stato il primo passo. È seguita la proposta di una delle due famiglie di “donare” la propria casa in cambio di cure e assistenza nei confronti del figlio per tutta la vita. Dopo il passaggio obbligatorio dal giudice tutelare si è iniziato con la raccolta fondi, avviata con un aperitivo solidale, al fine di ristrutturare l’immobile e ampliarlo di 40m2, dotandolo di un locale di socializzazione e vita comune. Contemporaneamente si è messo in marcia un percorso di ricerca di nuove adesioni all’iniziativa.

Il progetto di raccolta fondi è attivo dal giugno 2011 e si concluderà, nella sua prima fase, ad agosto 2013 con la consegna dell’immobile ristrutturato. Il 12 Ottobre 2013 ci sarà l’inaugurazione della casa famiglia. Sarà l’occasione di una grande festa di piazza in cui ringrazieremo tutti i sostenitori e il quartiere che si trova nel Municipio Roma VII.

La difficoltà nella realizzazione di un progetto così ambizioso è grande per la riduzione delle risorse pubbliche destinate al Welfare. Ritengo originale la proposta di un progetto come la Casa del Sole, perché improntato su una nuova visione operativa e metodologica, basata sul reperimento di finanziamenti misti composti in parte da risorse pubbliche (in attesa di accreditamento con Roma Capitale), donazioni di privati (singoli cittadini, aziende, fondazioni e associazioni volontaristiche) e coinvolgimento attivo delle famiglie dei ragazzi.

La Comunità nel suo complesso diventa decisiva nel creare valore sociale aggiunto.

L’armonia del fundraising di comunità

Per tornare al concerto iniziale, direi che in questa “band sociale”:

  • il suono dei familiari dei ragazzi è un suono impetuoso, una spinta formidabile a gettare il cuore oltre l’ostacolo;
  • il suono delle aziende è consistente ma non sovrastante rispetto agli altri, un po’ come il batterista della band di Leonard Cohen che sostiene, accompagna e non prevarica gli altri strumenti più melodici;
  • il suono di una fondazione, che ancora non conosciamo, lo immagino come un fratello che ci fa partire senza affanni e assomiglia molto alle note della chitarra classica ascoltate in concerto;
  • il suono dei donatori tutti è la parte corale senza la quale il concerto/progetto è più povero di contenuti musicali;
  • il suono dell’organizzazione non profit è da cantante, suonatore e anche catalizzatore vicino al ruolo di direttore d’orchestra (non più in un ruolo di sussidiarietà ma di servizio assoluto a garanzia di una performance sonora di qualità);
  • non bisogna lasciare fuori dalla “band sociale” le Istituzioni e farle stare tranquillamente fra il pubblico che ogni tanto fa qualche gorgheggio, ma bisogna farle salire sul palco per suonare le tastiere e la chitarra elettrica per dare brio e completare la gamma degli strumenti.

Le prove durante il percorso per arrivare all’inaugurazione della casa famiglia, sono state a volte complesse e impegnative e hanno messo a dura prova la resistenza di alcuni attori principali. È stata, certamente, allo stesso tempo un’avventura creativa e necessaria a pensare insieme agli altri un modello adeguato alla personalità e alla tipologia degli ospiti.

A volte abbiamo faticato oltre ogni limite per dare vita al progetto ma, con il sostegno di tutti, il giorno del concerto (alias apertura della Casa del Sole) saremo pronti a suonare una buona musica con un suono pulito e corale e a garantire agli ospiti una vita piena e completa.

Cosa ne pensate del percorso che vi ho raccontato?