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Se questo e’ un donatore

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Alcuni giorni fa ho letto una notizia che mi ha colpito. Non tanto per la notizia ma per come il giornale l’ha trattata.

Il titolo dell’articolo era Ballo sul cubo per i bimbi africani. Si racconta l’esperienza di Imelda Lee Carioni, una ragazza italo-malese di 27 anni che sostiene un’associazione di sostegno a distanza che si chiama Mondobimbi Toscana Onlus. Un’associazione che, a detta di Imelda, ad oggi si prende cura di 700 bambini tra i 3 ed i 17 anni e attraverso cui Imelda ha adottato a distanza due bambini.

Non è sull’organizzazione che però mi voglio soffermare ma sul donatore. Nell’articolo si parla di come una persona che faccia la cubista possa coniugare valori sociali con la propria professione.

Una donatrice autentica

Innanzitutto mi sembra di poter dire che la ragazza faccia una professione di cui non ci si debba vergognare, perciò il fatto non sussiste. Al limite potrebbe essere un problema per un’organizzazione che si occupa di una causa sociale in contrasto con la professione di Imelda o con valori diametralmente opposti. Qui, tuttavia, non vedo problemi e infatti l’organizzazione ha fatto di Imelda un fundraiser oltre che un’attivista.

Visto il modo con cui Imelda presenta l’organizzazione, devo dire che è molto più centrata di molti fundraiser. È riuscita a dare un valore testimoniale alla sua esperienza, che poi è quello che si richiede a un donatore o che vorremmo il donatore facesse.

Posso tranquillamente dire che non sopporto proprio chi dice che dona ma che non si debba sapere. Il fatto che Imelda doni e che faccia la cubista mi sembra dunque una notizia del tutto superflua: infatti quante organizzazioni ci sono che non hanno la più pallida idea di chi siano i loro donatori?

Donazione o sponsorizzazione?

Venendo in ufficio mi sono invece imbattuto in una donazione molto ben pubblicizzata. L’ANIA Fondazione per la Sicurezza Stradale ha donato le “strisce pedonali” alla collettività nel quartiere di Roma dove abbiamo la nostra sede.

Che l’oggetto della donazione sia in linea con la mission non lo stiamo nemmeno a sindacare. La mission è infatti legata alla sicurezza stradale.

La mia domanda riguarda invece in questo caso l’organizzazione beneficiaria. Chi sarebbe? Il Comune di Roma? Il municipio? Un’associazione di cittadini?

Non potrebbe trattarsi, nel caso in questione, di una pubblicità e dunque di una sponsorizzazione? È evidente che il posto abbia una grande esposizione e dunque anche il marchio del soggetto donatore. Oppure è una donazione più vicina alla responsabilità sociale d’impresa e dunque legata alla mission (a questo punto, però, la questione ritorna al chi è l’organizzazione beneficiaria e la relativa mission)?

Estendo a voi la questione, chi tra Imelda e l’ANIA è un vero donatore?