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Categoria: Network e community fund raising

Email fundraising “pret a porter”

Spesso quando si parla di fund raising sul Web si pensa subito alla necessità di dominare con avanzate tecnologie un mezzo di comunicazione e relazione potente quanto misterioso. Insomma un mondo fatto per gli “smanettoni” (termine tecnico romano di alto profilo!) e gli informatici di professione, in cui i comuni mortali vengono per lo più guidati a percorrere le vie di Internet affinché portino soldi.

In parte è vero. Come in tutte le cose, poca professionalità e tecnologia portano scarsi risultati. Ma è vero anche che senza strategia e senza passione le tecnologie da sole fanno poco. A volte quindi è opportuno muovere i primi passi usando passione e strategia.

Ed ecco un esempio di un uso del Web  tanto intelligente quanto semplice applicato alla raccolta fondi.

L’altro giorno mi arriva un’email di una carissima amica  che si rivolgeva a più conoscenti per pubblicizzare un evento di raccolta fondi per l’Associazione Alba.  Si tratta di un’associazione che fa raccolta fondi che dichiara però di non avere una struttura di fund raising (segno che fund raising lo possono fare proprio tutti già a partire da un uso sensato della propria intelligenza)

Email fundraising

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Cooperazione sociale: cogli l’attimo

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Per tutte le organizzazioni non profit è necessario e urgente trasformare la crisi economica, sociale e di valori in un’opportunità di crescita.

In particolare la cooperazione sociale, per il suo attuale posizionamento, deve allargare l’orizzonte per costruire la propria strategia di sostenibilità attraverso gli strumenti del fund raising.

Perciò deve aggiungere al legame storico con l’Ente Pubblico nuovi partenariati con aziende, fondazioni e privati cittadini al fine di progettare, dirigere, gestire e finanziare nuovi servizi.

Deve sviluppare una ricerca fondi che metta al centro la propria mission e le buone cause da condividere con le comunità, creando un valore aggiunto tangibile, spendendo il patrimonio di capitale sociale di relazioni acquisito negli anni.

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Fund raising per le biblioteche? E’ piu’ facile farlo che no

Fundraising biblioteche

Le biblioteche censite e presenti nell’anagrafe dell’Istituto centrale per il catalogo unico (ICCU) sono più di 16.000. Secondo alcune stime reperibili su internet e la cui fonte è incerta si potrebbe arrivare a circa 27.000 biblioteche contando  quelle parrocchiali, scolastiche o di altro genere che non rientrano nel censimento. Tra quelle censite vi sono le circa 6.000 biblioteche pubbliche, in grande maggioranza comunali: sono quelle pià conosciute e frequentate.  Sono un’istituzione di base della nostra società con una storia straordinaria di passione civile, intelligenza, competenza professionale, responsabilità verso i beni comuni che la dice lunga sulle caratteristiche positive del nostro modo di intendere il welfare.

Ma, ahimè, come molti altri nostri patrimoni, rischiano di essere macinati dalla crisi economica ma anche da una sottovalutazione della loro importanza sociale. Per cui se si deve tagliare, si proceda pure con le biblioteche…

Più cha aggiungere altre parole conviene citare questo passaggio dalle Memorie di Adriano di M. Yourcenar

“Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l’inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”

Queste poche riflessioni per dire che l’accesso alla conoscenza, e quindi le biblioteche, sono una causa sociale che merita un posto di riguardo nel panorama dei grandi temi sociali e quindi anche del fund raising.

La Scuola di Roma Fund-Raising.it ha avuto l’onore di poter svolgere un itinerario formativo al fund raising che ha coinvolto gran parte del personale delle biblioteche del Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani. 5 giornate di lavoro volte a socializzare i principi del fund raising e ad applicarli al meglio per il rilancio della “bibliocard” quale strumento di raccolta di donazioni e soprattutto di donatori fedeli, dando un ruolo da protagonista al personale che lavora front-line nelle biblioteche anche ella fase di progettazione del fund raising.

L’investimento fatto dalla direttrice del Consorzio Ester Dominici insieme alla fundraiser Stefania Guadagnoli è coraggioso e al contempo lungimirante, perché siamo convinti che con una piccola iniezione di professionalità e con un progetto strategico condiviso il loro fund raising crescerà sensibilmente.

E da questa esperienza abbiamo forse colto meglio il grande valore delle biblioteche e il grande potenziale di community fund raising che esprimono.

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Forum della cooperazione allo sviluppo: una sfida alla quale non puo’ mancare il mondo del fund raising

Fundraising-cooperazione-internazionale

Nel Documento di Economia e Finanza, il Governo ha riconosciuto che “un riallineamento graduale della cooperazione allo sviluppo permetterà di rilanciare il profilo internazionale dell’Italia, la presenza in aree strategiche, le eccellenze e i vantaggi comparati, qualificandosi come un investimento con ritorni in termini di credibilità”.

L’affermazione non è di poco conto perché in un momento di crisi economica che generalmente porta a far abbassare l’asticella dei servizi e delle politiche sociali, puntare sulla cooperazione allo sviluppo come parte del motore del rilancio dell’Italia non è una scelta scontata.

Che la questione di un generale arretramento della nostra cooperazione internazionale non sia solo l’effetto della crisi economica e quindi della diminuzione degli stanziamenti pubblici è abbastanza evidente. Oltre al deficit economico hanno pesato su questo arretramento un deficit politico (mancanza di idee e di volontà), una forte frammentazione dei soggetti istituzionali e non profit che operano in questo campo, un mancato rinnovamento della cultura della cooperazione e dell’aiuto umanitario, che hanno fatto deperire il terreno di coltura della progettualità e molti altri aspetti.

Ma sarebbe ingenuo però non riconoscere, in questo contesto di crisi della cooperazione italiana,  la centralità del tema dei finanziamenti. Ecco perché il mondo del fund raising è chiamato a svolgere un ruolo centrale in questo dibattito, in quanto deve concorrere responsabilmente a rispondere, non tanto al problema di come si finanziano le organizzazioni non profit, ma più in generale come si finanzia la politica di cooperazione allo sviluppo, visto che il tradizionale sistema di finanziamento pubblico è non solo insufficiente ma anche inefficace.

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Twitter e i fundraisers, incontri e racconti via microblog

twitter-fundraisingDa pochi giorni si è concluso il Festival del Fundraising 2012, giunto ormai alla sua quinta edizione. La parola chiave per un nutrito gruppo di partecipanti è stata senza dubbio “reporting”! Come molti sapranno infatti, la nota piattaforma sociale di Twitter, offre un servizio di microblogging in tempo reale.

In parole semplici, gli utenti, devono riuscire a raccontare e/o descrivere un’esperienza in 140 caratteri o meno. Si tratta davvero di un’impresa ardua per chi non ha il dono della sintesi estrema richiesta da questo social network!

Sin dai primi momenti del Festival ho subito notato come ogni avvenimento veniva prontamente riportato su Twitter: niente passava inosservato, a partire dai pareri a caldo sulle sessioni in corso, fino ad arrivare al menù dei pasti. Insomma una quantità di informazioni infinita, veicolata dagli utenti stessi, disponibile a tutti (anche a chi non partecipava) alla portata di un semplice click! Davvero impressionante.

Questa enorme mole di messaggi era gestita dall’account ufficiale del Festival del Fundraising (@fundraisingfest) che unitamente all’hashtag #FFR12 permetteva a chiunque di avere un semplice accesso agli aggiornamenti in tempo reale provenienti dal Festival.

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