Non so voi ma mia mamma non sa quale sia il mio lavoro e ogni volta che provo a spiegarglielo la vedo trasecolare.
Me la immagino, mentre parla di me con le sue amiche, alla domanda “Ma tua figlia che lavoro fa?”, creare dei diversivi per distogliere l’attenzione, come la famosa barzelletta del carabiniere.
Ma mia mamma non è la sola. Quando conosco qualcuno e mi chiede che lavoro faccio, le reazioni sono tra le più disparate. Alcuni pensano sia una malattia e il loro viso assume un’espressione del tipo: “Tranquilla si guarisce… la scienza ha fatto enormi passi avanti”; altri, spaventati, pensano che, solo perché ti occupi di raccolta fondi, prima o poi chiederai soldi anche a loro (e non sono molto lontani dalla verità); altri, i migliori, ti rispondono immediatamente: “Eh ho tanto bisogno io di fondi!”. Infine ci sono quelli che fanno gli inseriti, che hanno capito e poi scopri che in realtà non hanno capito nulla.
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